In realtà, la quota Irpef assegnata dai contribuenti nelle dichiarazioni dei redditi 2010 agli enti non profit, alle Università, alla ricerca, o alle attività sociali dei Comuni, ammonta a 463 milioni di euro. Questo, almeno, era l’importo che sarebbe dovuto andare ai beneficiari indicati dai cittadini nei prospetti riferiti ai redditi 2009. La somma che sarà distribuita agli enti, però, sarà inferiore del 17%, come si evince dagli elenchi dei beneficiari 2010 già pubblicati dall’Agenzia delle Entrate. Così i singoli ministeri hanno presentato le somme spettanti per la ripartizione: ad esempio, il dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali competente per gli enti del volontariato e per le onlus avrà 253,5milioni invece degli oltre 300 spettanti. Certo, il taglio di risorse può essere letto in modi diversi. Ma il senso della forzatura arriva dal fatto che il gettito Irpef complessivo del 2009, nonostante la crisi, è cresciuto rispetto all’anno precedente, attestandosi a 146,5 miliardi.?Non sono inoltre diminuite, nel 2010, le scelte dei contribuenti nei confronti del 5 per mille espresse da oltre 16 milioni di persone, rispetto a15,4 milioni dell’anno precedente. Resta il fatto che molti enti che nel 2010 hanno fatto registrare l’aumento di firme dei contribuenti a proprio favore subiranno un calo dei fondi assegnati. Inoltre, gli enti non profit che impegnano risorse in progetti pluriennali ora non hanno più alcuna certezza sui fondi. Un aspetto grave figlio di una sottovalutazione che nasce da una visione univoca, incapace di considerare le conseguenze penalizzanti che si aggiungono al taglio finanziario.