Eventi di cronaca spesso descrivono una realtà dove l’integrazione non solo è difficile ma addirittura contrastata dalla stessa società civile che rifiuta il contatto con l’altro. Ma le cose non sempre stanno così. Un’immagine del tutto diversa appare, infatti, in questo documento. Si tratta di un report che descrive l’esperienza di kinderheim, realizzata all’interno del progetto regionale “Lotta alle povertà – area Lavoro”, promosso dalle associazioni di volontariato riminesi: Madonna della Carità, Arcobaleno, Avulss, Centro di aiuto alla vita, Farsi prossimo, Famiglie Insieme, Speranza Ucraina e Juan Pablo Duarte, con il sostegno del Centro di Servizio per il Volontariato – Volontarimini.
Il testo ben mette in evidenza come una piccola comunità di persone si è fatta carico di un’emergenza: quella di molti genitori, per lo più di origine straniera, che durante la stagione estiva non sanno a chi affidare i propri bambini, perché o impegnati nella ricerca di lavoro od occupati nel settore turistico. Così è nata l’idea di uno spazio ludico-educativo gratuito per 33 bambini, per un totale di 27 famiglie, accompagnati da 22 operatori, di cui 4 volontari in servizio civile e 14 volontari in associazioni. Ma molte di più sono state le persone coinvolte, due insegnanti che hanno promosso l’iniziativa nelle scuole, 2 educatori e 2 psicologhe impegnate nella supervisione del progetto. Anche i genitori hanno poi svolto la loro parte, partecipando in vari modi ai laboratori proposti.
Si è trattata di una ricetta vincente dove l’interculturalità è stata il filo conduttore di ogni attività per favorire la relazione, la conoscenza e il rispetto reciproco.
Articoli correlati:
“Piccoli ma al Centro del Mondo”