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Bellaria: lavoro e disturbi psichiatrici

10 Apr 2013

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima in circa 450 milioni le persone che in tutto il mondo soffrono di disturbi neurologici, mentali e comportamentali; in Europa sono quasi 45 milioni le persone con un’età compresa tra i 16 e i 64 anni (ossia il 16% della popolazione in età lavorativa) che affermano di essere affetti da problemi di salute a lungo termine o da disabilità; la depressione, da sola, è la causa del 13,7% dei casi di disabilità. L’inserimento lavorativo delle persone con disturbi psichiatrici costituisce un impegno importante nell’ambito delle politiche di inclusione attiva, maggiormente in periodi di crisi economica in cui si riducono drasticamente le risorse a disposizione degli interventi a sostegno delle persone più lontane dal mercato del lavoro. La disabilità psichiatrica è un banco di prova impegnativo per il funzionamento dei servizi di welfare, poiché è di solito associata ad un marcato e durevole deficit della performance individuale. Le azioni da porre in essere sono quindi particolarmente complesse e richiedono un consistente investimento di risorse nonché interventi tesi alla valorizzazione del “campo sociale”. D’altro canto, la questione degli inserimenti lavorativi è sicuramente uno snodo fondamentale nel percorso di autonomia e di integrazione di una persona con disturbo psichiatrico. Un ambiente lavorativo sano, fatto di punti di riferimento, ritmi e traguardi; un insieme di relazioni umane, costanti, quotidiane, strutturali; poter ordinare la propria mente attorno a un compito, scoprirsi capaci e vedersi per questo retribuiti: sono, questi, fattori che possono scuotere alle basi la patologia psichiatrica, e permettere un percorso di emancipazione reale a molti che si credevano altrimenti condannati. L’azione europea deve permettere un aumento del numero dei lavoratori che soffrono di disturbi psichiatrici sul mercato del lavoro aperto, in particolare attraverso l’elaborazione di politiche attive dell’occupazione e il miglioramento dell’accessibilità ai luoghi di lavoro. È necessario inoltre agire in collaborazione con le parti sociali per favorire la mobilità intraprofessionale (anche nei laboratori protetti), incoraggiare il lavoro autonomo e migliorare la qualità del lavoro. Questo il programma dell’evento

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