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Verso la stabilizzazione del 5xmille?

26 Set 2013

Una novità che va nella direzione della stabilizzazione dell’istituto e che soddisfa il mondo del non profit (Legge delega di riforma fiscale messa a punto dal governo Letta). Martedì 24 settembre, infatti, la Camera ha concluso l’esame del provvedimento, composto da 16 corposi articoli e che contiene anche (all’articolo 4 comma 2) la tanto attesa stabilizzazione del 5 per mille. O meglio, l’impegno da parte del governo a intervenire con appositi decreti attuativi per rendere questa misura fiscale che da sette anni dipende dalle leggi di bilancio, una vera legge dello Stato. Come tutte le leggi delega, anche questa si limita a fissare obiettivi ed enunciare principi. Quindi, anche nel caso di questa promessa di stabilizzazione. si dovrà poi andare a vedere se sarà seguita dai fatti, ovvero da successivi provvedimenti di attuazione. Il testo fa ben sperare anche per un altro aspetto importante, ovvero l’eliminazione del ‘tetto’ che ogni anno riduce i contributi che gli italiani destinano al non profit di una quota significativa. Andando a scorrere il passaggio sul 5 per mille infatti si legge che il governo “con appositi decreti legislativi assicura, mediante le risorse ottenute dalla riduzione dell’erosione fiscale, la razionalizzazione e la stabilizzazione dell’istituto della destinazione del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, in base alle scelte dei contribuenti”. Ed è proprio quel passaggio “in base alle scelte dei contribuenti” che a rigor di logica fa pensare a una illegittimità di qualunque limite alla generosità dei contribuenti imposto dallo Stato (tetto massimo di circa 400 milioni l’anno di raccolta che ha fatto sì che le associazioni perdessero in due anni (2010 e 2011) oltre 172 milioni di euro donati dai cittadini ma trattenuti dalle casse pubbliche). Una imposizione forzata contro laquale Vita ha promosso una petizione. Ora, la riforma fiscale sarà votata in via definitiva dalla Camera (nella seduta di mercoledì 25 settembre a partire dalle 12), per poi passare all’esame del Senato in seconda lettura.

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