Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri. Sono parole della poetessa Alda Merini che ben sottolineano quanto sia difficile uscire dallo stigma. Ci prova l’associazione Rimini Autismo, che ha portato in Spagna la propria esperienza nella formazione di strutture turistiche preparate e accoglienti verso chi è diverso.
La strada è lunga e faticosa. Ma un passo in avanti Rimini lo ha già fatto. A sancirlo l’Unione europea che su 203 progetti ha premiato la proposta di Rimini Autismo sull’accoglienza turistica, nell’ambito del bando Cosme. Il progetto si chiama Friendly Beach, e nasce dal progetto Autism Friendly Beach promosso in collaborazione con il Centro Autismo dell’Ausl Romagna e la partecipazione attiva delle associazioni di categoria turistica e di volontariato (nella foto il gruppo dei partner).
I primi passi: vacanze accessibili a Rimini
“L’autismo è una condizione di neurodiversità – spiega Alessandra Urbinati, presidente di Rimini Autismo – per questo come associazione ci siamo prefissati di creare una cultura su questa condizione che non si conosce e, quindi, fa paura. Per noi è importante promuovere momenti di accoglienza e siamo partiti proprio dalle ‘vacanze’: perché la nostra città si presta e perché le nostre famiglie hanno il diritto di vivere questo momento fondamentale di spensieratezza. Così quattro anni fa abbiamo iniziato a costruire una rete che, oggi, coinvolge alberghi, spiagge, trasporti, parchi tematici.… creando dei veri e propri itinerari turistici”.
Da questa positiva esperienza il progetto si è esteso ed è cresciuto affrontando altri tipi di disabilità. Non solo. Dallo stimolo di alcuni stabilimenti balneari sono nati dei veri e propri percorsi di inserimento lavorativo, un esempio l’iniziativa “Marina c‘entro” che ha coinvolto altre associazioni come Crescere Insieme. I ragazzi, come spiegano i bagnini, sono stati delle risorse all’interno della struttura per produttività, precisione, flessibilità, voglia di fare bene. Qualità non sempre scontate nel mondo del lavoro. Gli stessi titolari hanno raccontato che quell’entusiasmo li ha scrollati da un certo torpore, facendogli vivere le ore lavorative con più leggerezza.
“Uno che è attento ai bisogni di una persona con disabilità – continua Alessandra –, è anche più attendo ai bisogni degli altri clienti. Sono ragazzi pieni di iniziative. Uno di loro ha ridisegnato la spiaggia al computer mettendo in evidenza che poteva essere organizzata meglio. Ha ripensato perfino i portachiavi delle cabine dandogli la forma di un pesce”.
Lo sbarco in Europa: il progetto fa scuola
Ora il progetto Autism Fiendly Beach è sbarcato in Europa come progetto Friendly Beach. Il primo paese è la Spagna, dove si è svolto un percorso formativo a fine ottobre. Coinvolto il personale di tre hotel. Ovviamente si tratta di una realtà diversa: le strutture alberghiere sono di grandi dimensioni; hanno più referenti; accolgono gruppi e non tanto singole famiglie.
“L’esperienza riminese è ormai matura – racconta Annalisa Fuligni, responsabile del progetto europeo – qui siamo invece dovuti partire dall’inizio. Ancora c’è un atteggiamento di sfiducia, hanno paura che la propria struttura possa essere stigmatizzata. Ecco perché stiamo puntando sulla formazione con un approccio semplice e pratico per far cadere il muro del pregiudizio. Dopo questi primi incontri stiamo già registrando, però, alcuni cambiamenti. Ci hanno anche chiesto corsi più lunghi. Si sono infatti resi conto che sono esperienze da loro già vissute, che prima non avevano saputo gestire, mentre ora si sentono pronti ad affrontare. Adesso ci stiamo preparando per la Croazia”.
La prospettiva però non è solo quella sociale ma anche economica: gli alberghi riminesi quest’anno hanno infatti intercettato un 15 per cento di nuovi clienti con disabilità cognitiva. Mentre i bagnini hanno riscontrato nel progetto un valore aggiunto per la struttura, riconosciuto dai frequentatori della spiaggia.