“Nel giorno di Natale accogliete un povero a pranzo, ciascuno a seconda delle proprie possibilità. Anche un vicino di casa o un anziano che sta male o è solo. Se apriamo le porte, allora la nostra casa diventa un presepe, un nido caldo accogliente. In caso contrario, rischia di diventare un ambiente vuoto, formale e inutile”.
Un chiaro invito arrivato quest’anno in prossimità del Natale dal vescovo della Diocesi di Rimini Francesco Lambiasi. Tante le associazioni che hanno ascoltato l’appello e che ci mostrano un modo diverso di vivere il Natale, meno consumista e più solidale.
L’associazione Opera Sant’Antonio per i poveri di Rimini continua incessante la sua attività distribuendo pasti per le persone in difficoltà, possibilità di usufruire di un servizio doccia, distribuzione di indumenti usati, farmaci, pacchi spesa e altri aiuti materiali. Durante l’inverno, proprio a partire dalle festività natalizie, l’associazione che ha sede in via della Fiera 5 a Rimini, aprirà le sue porte ai più poveri anche la domenica sera. Un servizio reso possibile dall’infaticabile lavoro dei Frati cappuccini riminesi coadiuvati da circa 60 volontari, che durante le vacanze di Natale vengono affiancati anche da giovani scout che desiderano vivere un’esperienza di servizio durante le feste.
In prima linea per l’aiuto ai più poveri anche la Caritas diocesana, che domenica 17 dicembre ha invitato a partecipare al tradizionale pranzo di Natale 200 persone. L’obiettivo della Caritas è quello di permettere a tutti di ritrovarsi insieme come una grande famiglia: “Quando a tavola si siede un povero – ricorda la Caritas – è il vero Natale e lo è per due motivi. Primo perché è il Natale in cui accogliendo il povero, si accoglie Gesù. E in secondo luogo è il Natale della famiglia, non solo della mia, della tua, ma della famiglia allargata”.
È Natale anche per le persone senza fissa dimora che trovano ospitalità grazie alla Capanna di Betlemme dell’associazione Papa Giovanni XXIII, come racconta il responsabile Nicolò Capitani: “Nel 1987 nasceva la Capanna sulla provocazione di Don Oreste: ‘Ci sono poveri che non ci vengono a cercare, siamo noi che dobbiamo andare a cercare loro’. Anche oggi i volontari vanno in stazione tutte le sere (Natale, Capodanno, con la neve o con la pioggia) facendo accoglienza e vivendo insieme a chi sta in strada. Cercando di creare ogni sera un ambiente familiare si incontrano tante storie. Quest’anno la Capanna compie 30 anni e si è ormai trasformata da prima accoglienza (circa 10 posti) a famiglia per qualcuno con progetti individualizzati, collaborazione e diventando punto di riferimento per servizi sociali e specialistici”. E aggiunge: “Come ogni anno festeggiamo insieme a chi vuole il pranzo del Natale e siamo circa 100/120 persone, comprese le famiglie dei responsabili e qualcuna della Comunità. Il pranzo si svolgerà alle 13 del 25 dicembre presso la Colonia Stella Maris di Marebello”. Il pranzo è stato finanziato da un benefattore che ha scelto di rimanere anonimo ma che ha voluto regalare “serenità e spensieratezza” a tutti gli ospiti della Capanna, ringraziando l’associazione per tutto il bene portato alla comunità.
Possibilità di fare volontariato durante le feste
Se qualcuno volesse dedicare qualche ora del proprio tempo libero durante le feste come volontario alla Caritas può farlo telefonando al numero 0541 26040 e chiedendo di Maria Carla Rossi.
Per la Capanna di Betlemme rivolgersi invece all’indirizzo e-mail capannadibetlemme@apg23.org o consultare, anche per altre proposte, il sito www.apg23.org. In particolare ci sono ancora posti disponibili per il campo di volontariato di Natale e Capodanno a Bucarest, in Romania: http://www.apg23.org/it/post/campi-di-volontariato.html