Il premio internazionale “Don Oreste Benzi”, il fondatore delle case famiglia e della Papa Giovanni XXIII, è stato assegnato a Padre Fabrizio Valletti per il suo impegno nel proporre positive opportunità di vita ai giovani abitanti del popoloso quartiere di Scampia, all’estrema periferia nord di Napoli. Il premio, alla sua prima edizione, sarà consegnato a Forlì domenica 26 maggio alle 10,30 in occasione dell’Assemblea internazionale della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Padre Valletti, sacerdote gesuita, romano, ha fondato nel 2001 il Centro Hurtado a Scampia, troppo spesso luogo di violenza a causa della dominante presenza della camorra, che governa lo spaccio di droga e l’occupazione abusiva delle case popolari.
Nelle motivazioni si legge che Padre Valletti, “sacerdote in prima linea, ha saputo realizzare una società civile in grado di essere protagonista del proprio futuro, della propria vita, del proprio destino sociale, economico, umano e culturale” ed “arricchire culturalmente i giovani che vivono circondati dalla bruttezza”.
Grazie al Centro fondato dal gesuita è cresciuta una rete di associazioni che hanno realizzato nel quartiere di Scampia un laboratorio di sartoria, una biblioteca, un’orchestra di bambini, progetti contro la dispersione scolastica, un caffè letterario, corsi di formazione professionale ed infine attività artistiche e sportive.
“Padre Valletti – si piega ancora nelle motivazioni – si è messo a fianco dei giovani di quel quartiere, ne ha saputo interpretare i sogni, aiutandoli ad organizzarsi e portarli avanti in maniera meravigliosa, proprio come don Oreste Benzi, nel suo ultimo discorso alle Settimane Sociali, si auspicava che si facesse”.
Il “Premio internazionale Don Oreste Benzi. Dalla parte degli ultimi. Anno 2019” è promosso dalla Fondazione “Don Oreste Benzi”, un nuovo ente nato con l’obiettivo di promuovere, approfondire e divulgare l’opera ed il pensiero del sacerdote riminese. Questa prima edizione era dedicata a coloro che avessero speso la loro vita tra i giovani.
Ma non è tutto. Perchè la casa famiglia per i minori compie 40 anni: bambini ed adolescenti che provengono da situazioni di grave disagio familiare, ragazzi che vivono in situazioni di indigenza; giovani vittime delle crisi familiari, oppure figli di persone fragili, con dipendenze, prive di capacità genitoriali.
Sono loro i protagonisti della casa famiglia di pronto soccorso per minori della Parrocchia di San Lorenzo a Riccione, che compie 40 anni nel 2019.
Fortemente sostenuta dal territorio, la pronta accoglienza è costituita come casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII: nel 1994 i coniugi Attilio Palazzini e Manuela Bosi hanno raccolto l’eredità di Cinzia Biagini ed Irene Tonti, che hanno inaugurato la casa il 23 luglio 1979 insieme a Don Oreste Benzi.
Dalla prima esperienza nel 1996 la casa ha ospitato 35 richiedenti asilo; fra i minori l’88% è ritornato nell’ambito familiare dopo un’accoglienza d’emergenza durata in media un anno. Circa il 5% dei minori accolti dopo la pronta accoglienza sono stati spostati in famiglie affidatarie, per dare loro la possibilità di rifarsi una vita. Il rimanente è rimasto nella casa famiglia fino alla ricerca del lavoro e alla costruzione di una propria autonomia.
La prima casa famiglia in Italia fu fondata da don Oreste Benzi nel 1973 sulle colline riminesi. Oggi in Italia la Papa Giovanni gestisce 201 case famiglia, in cui sono accolte 1283 persone: non solo bambini, ma anche adulti, ragazzi che escono dalle dipendenze, ex prostitute, senza fissa dimora. Non sono strutture residenziali ma strutture affettive; case che non distinguono fra operatori ed utenti, ma con una vera mamma ed un vero papà che danno una famiglia a chi non ce l’ha, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.