E adesso?

19 Mar 2020

Tante domande si fanno gli educatori del Get (Gruppo di Educazione Territoriale) di Bellaria. Come troveranno i loro ragazzi, come supportarli a distanza… Interrogativi legittimi in questo periodo in cui si vive in una dimensione sospesa. L’azione, proposta dalla Millepiedi all’interno del progetto A.p.p.rendo, è semplice: creare un contesto in cui bambini e adolescenti in situazione di fragilità possano incontrarsi, per fare i compiti e imparare a relazionarsi nelle loro peculiarità. Un’esperienza che vale la pena raccontare affinché, finita l’emergenza, possa trovare nuove energie per crescere.

A Bellaria mancava un’attività di questo tipo – racconta Klotilda Kurdi responsabile del progetto in questa zona –. L’esperienza è già consolidata in altri comuni e ci siamo accorti che anche qui c’era un’esigenza forte. Con il progetto A.p.p.rendo abbiamo potuto implementarla”.

Si è partiti ad aprile 2019 coinvolgendo elementari e medie. All’inizio erano iscritti 18 bambini che, a mano a mano, sono aumentati fino ad arrivare a 25, numero massimo per garantire il servizio. Coinvolti poi i professori. I ragazzi sono infatti migliorati grazie al supporto compiti ma anche nelle relazioni sentendosi più protagonisti. Mentre con i genitori si è cercato di far capire il valore dell’iniziativa: non si tratta solo di studiare ma di imparare a stare con gli altri, a rispettarsi, a condividere regole.

Al Get – continua Klotilde – non si mangia se non quando tutti hanno la merenda, non si gioca se non tutti hanno finito i compiti… sono regole che hanno scritto i ragazzi e c’è il loro impegno a rispettarle. Anche i genitori prendono seriamente questa esperienza. Hanno piacere che il proprio figlio frequenti questo spazio anche quando proponiamo gite e uscite e non solo nell’ora e mezza in cui si fanno i compiti”.

Sono tante le storie che si intrecciano nel Get che Klotilda racconta con pudore. Sono situazioni difficili e molto diverse, ecco perché è necessario un percorso individuale e personalizzato che trovi poi la sua espressione nel gruppo.

“Lavoriamo sulle autonomie e sulla socializzazione. I bimbi hanno iniziato titubanti, concentrati su loro stessi. Poi abbiamo visto il cambiamento e l’apertura verso l’altro. Il rispetto degli spazi e dei tempi. Sono età diverse, dalla prima elementare alla terza media, e dobbiamo trovare dei compromessi che vadano bene per tutti… Se prima c’erano due gruppetti che a volte si facevano i dispetti, siamo arrivati a un punto in cui i grandi si prendevano cura dei piccoli, erano meno competitivi e nei giochi spesso li facevano vincere… Ci sono poi 4 ragazzi con autismo accompagnati da un educatore, nonostante per loro la relazione sia difficile, si sono adeguati all’ambiente, alle sfide, imparando a mettersi in gioco. Vorrebbero partecipare di più e non solo una volta a settimana”.

Il Get si sviluppa il lunedì, mercoledì e venerdì, dalle tre alle sei. La prima oretta si fanno i compiti, poi il cerchio in cui si condividono le emozioni e gli argomenti anche proposti dai ragazzi e infine giochi strutturati e laboratori. Presenti tre educatori.

Nel cerchio parliamo un po’ di tutto – racconta – una volta per esempio abbiamo condiviso cosa vorrebbero fare da grandi: il calciatore, il cantante, lo youtuber… ci ha commosso un bimbo di 7 anni che vorrebbe lavorare il ferro in fabbrica come il suo papà perché vorrebbe somigliargli, un lavoro duro, stancante. Escono fuori poi abitudini diverse e i bimbi fanno domande a cui generalmente non si sottrae nessuno, come quando abbiamo scoperto che uno dei nostri ragazzi non festeggia il compleanno”.

Il pensiero di Klotilda va a due fratellini la cui mamma lavora molto e, a casa, si annoino un po’ con il loro nonno. Ricorda l’entusiasmo con cui arrivavano, la loro voglia di fare, di giocare.

Quando si perde la routine di tutti i giorni – conclude – ricominciare è sempre faticoso. Dovremo reinventarci. Penso ai bimbi, al lavoro svolto, dovremo ripartire da capo? Sono domande che mi faccio. Mi mancano i ragazzi. Troveremo nuove strategie per lavorare insieme”.

Il progetto Ap.p.rendo è realizzato grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile di Con i bambini.

 

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