Marecchia Sailing Cup

22 Lug 2024

Laura Ciccioni, tirocinante di VolontaRomagna, ha incontrato Silvano, uno degli organizzatori della regata Marecchia Sailing Cup. L’evento nasce un po’ per gioco, ma alla fine, i volontari hanno capito che, divertendosi, si può lanciare insieme un importante messaggio per l’ambiente. Un’iniziativa che presenta l’altra faccia del volontariato, forse meno conosciuta, ma comunque dagli effetti dirompenti

Estate è da sempre sinonimo di mare, avventure e stare insieme. Quale migliore occasione per partecipare a una competizione che non faccia solo divertire, ma anche riflettere? Questa è la Marecchia Sailing Cup, una regata amatoriale promossa dall’associazione ZamZam, che vuole trasmettere un importante messaggio ambientalista “basta plastica in mare”, a tutela dell’Adriatico e delle creature che lo abitano. L’evento, dopo quattro anni di stop dovuto al Covid, torna a Rimini il 3 agosto 2024; ne ho parlato con Silvano che lo organizza insieme a tanti giovani volontari.

Com’è nata la Marecchia Sailing Cup? Puoi raccontarci la sua storia?

È nata come un gioco un po’ avventuroso, ideato da due miei amici che in seguito sono diventati nostri soci. Il loro progetto era quello di discendere la foce del fiume Marecchia fino al mare: fu un esperimento molto divertente che venne in seguito proposto anche a me e ad altri ragazzi che sarebbero entrati a far parte della ZamZam.
Da lì è partito tutto e un paio di mesi dopo ci siamo dati appuntamento alla foce per percorrerla con barche di fortuna e autocostruite; questa è stata la prima edizione. Abbiamo portato poi l’iniziativa sulla spiaggia libera di Rivabella dove c’erano molte persone che, vedendo questa grande parata di barche, s’incuriosirono, chiedendo di poterla replicare anche da loro; quindi abbiamo capito che si trattava di un’idea che poteva piacere. Inizialmente si trattava di un’iniziativa con pochi partecipanti, qualcosa in piccolo e il punto d’arrivo della regata era la foce del fiume Marecchia, poi non appena abbiamo acquisito sostenitori e quindi un bacino d’utenza maggiore ci siamo spostati sulle spiagge libere di Rimini.

Può descriverci in breve com’è strutturata la competizione? C’è un premio per i partecipanti?

Sì, ci sono tre premi: uno è quello “Velocità”, caratteristico di ogni regata, poi c’è il premio “Barcaccia”, assegnato a quella che secondo i giudici è l’imbarcazione più creativa e infine c’è il riconoscimento “Green” riservato al mezzo che meglio rappresenta la sostenibilità ambientale.

La regata torna nel mare riminese dopo un lungo periodo di stop. Cosa significa per voi riprendere quest’esperienza?

Sicuramente è stata una grande sfida, perché non è facile trovare il coraggio di ripartire: il lungo periodo di pausa durante il periodo del Covid è stato molto duro. Quest’anno abbiamo deciso di ricominciare mettendoci tanto impegno e passione e il nostro lavoro è stato ripagato, abbiamo coinvolto molti volontari pronti a collaborare per la nuova edizione.

Cosa porta a partecipare alla manifestazione e a diventare vostri soci, facendo sensibilizzazione sulle tematiche ambientali?

Ci sono diversi motivi per partecipare alla competizione e associarsi: innanzitutto quello di poter sfruttare la propria creatività, poi la voglia di provare un’esperienza diversa e di cimentarsi in qualcosa che non si è mai fatto prima; anche la volontà di intraprendere una sfida, sia con sé stessi che con l’ambiente che ci circonda e farlo nel rispetto del mare e della fauna che lo popola. Una richiesta che viene fatta è quella di costruire le imbarcazioni con materiali che altrimenti sarebbero di scarto, ripensandoli e riutilizzandoli: questo porta a riflettere sull’importante tematica del riciclo.

La Marecchia Sailing Cup divulga un messaggio importante: “basta plastica in mare”. Cosa possiamo fare, anche nella vita di tutti i giorni, per proteggere l’ecosistema marino?

Le azioni che si possono fare sono tante, il mio appello è quello alla responsabilità, alla capacità di riflettere sui piccoli gesti che compiamo quotidianamente: generalmente non si pensa che possano avere un influsso sul benessere del pianeta, ma pratiche come la raccolta differenziata (se fatta correttamente), o l’utilizzo di materiali compostabili/biodegrabili, sono molto importanti per l’ambiente. In generale comunque le cose da fare sono riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni, piccole o grandi che

Cosa rimane nei partecipanti dopo la conclusione della gara?

Penso che rimanga la sensazione di aver fatto parte di qualcosa di unico e irripetibile, unita all’orgoglio per aver costruito un’imbarcazione nuova, originale e per essere arrivati al termine del percorso. Quello che ci aspettiamo è comunque che resti la felicità di aver partecipato e di aver condiviso insieme ad altre persone una giornata in cui parlare di tanti argomenti, sempre rispettando l’ambiente e la natura.

Può raccontarci un aneddoto significativo delle tante edizioni dell’evento?

Siamo orgogliosi che la manifestazione con il tempo si sia ingrandita e si sia fatta conoscere sempre di più: vedere l’evento, partito come qualcosa di piccolo e raccolto, trasformarsi in un appuntamento seguito in tutto il riminese, con persone che supportano i propri concorrenti preferiti, è stato veramente emozionante. Ci siamo accorti di aver dato vita a un progetto originale, un momento di cui la cittadinanza aveva anche bisogno, che fosse di leggerezza ma con spunti di riflessione. Un episodio che ricordo particolarmente è successo quando io e un mio amico siamo andati a prendere una boa alla foce del fiume Marecchia che ci serviva per realizzare la virata finale della gara e l’abbiamo trasportata a nuoto lungo la foce. È stata un’impresa decisamente difficile ma alla fine ci siamo riusciti.

Quali sono gli obiettivi delle prossime edizioni?

Sicuramente quello di crescere e farci conoscere da più persone possibili, ma anche di dedicare più spazio ai temi della sostenibilità e del volontariato, cercando una collaborazione proficua con gli enti e le associazioni.

Archivi

Categorie

Skip to content