Alleanza per la salute
Ardigò Martino (nella foto), Direttore di Distretto di Riccione, offre un’analisi sui bisogni e i servizi in una società che cambia.
Oggi la parola salute è spesso affiancata a comunità, per generare un benessere collettivo, cosa si intende e che ruolo ha il Terzo settore in questo ambito?
Siamo in un contesto in cui dobbiamo valorizzare risorse per i bisogni dei cittadini che non possono essere prodotte dal welfare tradizionale, perché un anziano solo, l’isolamento di un giovane non si risolvono con una prescrizione o un intervento del welfare istituzionale. Per combattere queste ferite invisibili serve una comunità accogliente capace di tendere la mano, di ascoltare, di ridare senso a ogni vita. Il Terzo settore è l’anima di questa partecipazione democratica nella promozione della salute. Il suo valore insostituibile non risiede solo nei servizi che offre, ma nella capacità di costruire legami umani che le istituzioni, da sole, non possono generare. Non dobbiamo terziarizzare i servizi, ma valorizzare il Terzo settore nella produzione di beni comuni che nascono solo dalla partecipazione collettiva. Una partecipazione che deve essere significativa anche per chi dona tempo e competenze: ogni volontario è un costruttore di speranza, un artefice del bene comune e il suo impegno deve trovare riconoscimento e senso nel progetto collettivo. Non si tratta, quindi, di intervenire unicamente sul beneficiario finale: si costruisce uno spazio condiviso in cui tutti, beneficiari e volontari, diventano co-produttori e co-utilizzatori di servizi e relazioni, contribuendo insieme al benessere della comunità.
La Casa della Comunità è il luogo dove questa visione prende forma, ma in concreto cosa sarà?
Nella Casa della Comunità si promuove una salute che è il risultato dell’integrazione tra professionisti di qualunque settore, cittadini e risorse della comunità. Un esempio concreto è il progetto Casa Community Lab, a cui partecipa anche VolontaRomagna. Questo progetto mira a costruire trame di co-progettazione. Qui non si ricevono prestazioni ma si percorre un itinerario terapeutico: un percorso a tappe che offre non solo servizi ma anche un laboratorio di inclusione e coesione sociale. L’obiettivo è integrare beni comuni e collettivi, garantendo un benessere che non sia solo un risultato clinico, ma anche un prodotto della partecipazione attiva della comunità. La sfida, anche per il Distretto di Riccione, è cucire questi itinerari sui bisogni locali nella consapevolezza che cambieranno ed evolveranno nel tempo, consolidando il rapporto tra istituzioni, Terzo settore e cittadini, per una salute che sia davvero condivisa e sostenibile.