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Riforma della disabilità: tra aspettative e realtà

18 Apr 2025

La “Riforma della disabilità” (D. Lgs. 62/2024), che mira a rivedere i percorsi di riconoscimento della disabilità e a promuovere i progetti di vita delle persone attraverso una rinnovata valutazione multidimensionale, ha ingenerato opposte reazioni fra gli interessati che vanno dalle aspettative entusiastiche al disilluso pessimismo. Un intervento normativo ambizioso, previsto dal PNRR, che tenta di ripensare il sistema dei supporti, dei servizi e dei sostegni, mettendo al centro l’autodeterminazione della persona con disabilità. Viene da sé che siano numerosi i punti da chiarire, calando nella realtà dei fatti cosa si intenda ad esempio per ‘valutazione multidimensionale’ o ‘progetto di vita individuale personalizzato e partecipato’.

‘Cosa ne sarà di mio figlio quando io non ci sarò più?’, è uno dei tanti commenti raccolti attraverso il questionario di rilevazione sociale somministrato da Volontaromagna, che racchiude il senso del seminario informativo tenutosi il 26 febbraio 2025, online. Questa iniziativa è stata pensata dal Csv proprio per gettare luce su alcune questioni spinose, grazie al confronto con l’esperto Carlo Giacobini, consulente in materia di diritti di persone con disabilità e giornalista. “Quello della riforma – spiega – è un percorso appena iniziato. La premessa è la sperimentazione in 20 province italiane che durerà 24 mesi. L’intero nuovo sistema dovrebbe entrare a regime solo nel gennaio del 2027. Una sfida di lungo periodo che dovrà affrontare vari passaggi: la formazione degli attori coinvolti, la riorganizzazione dei servizi, il monitoraggio degli esiti e, soprattutto, la rivalutazione delle risorse disponibili per il progetto di vita. Quest’ultimo rimane un diritto finanziariamente condizionato, cioè, limitato alle risorse disponibili”.

In quest’ottica, ricalibrare le aspettative degli attori coinvolti e diffondere informazioni chiare e corrette è quantomeno fondamentale. Il tavolo di confronto virtuale del 26 febbraio, ha registrato più di centoventi presenze. Tirando le fila di quanto emerso, commenta Carlo Giacobini: “Durante il seminario, abbiamo fatto un excursus su contenuti e strumenti utili per comprendere meglio la Riforma, oggetto talora di comunicazioni polarizzate che stanno causando parecchi fraintendimenti. Dedicando un ampio spazio al confronto, abbiamo risposto ai quesiti dei partecipanti, abbiamo diffuso più consapevolezza e realismo, anche per innescare complicità operativa fra gli attori coinvolti. Il confronto è uno strumento di apprendimento e conoscenza utilissimo”.

Dunque, il focus è stato posto sull’importanza della messa in rete delle competenze, attraverso la co-progettazione e co-programmazione delle azioni, come conclude l’esperto: “Il tema delle risorse, materiali e immateriali, è centrale per il successo di qualsiasi riforma. Di tutto questo, sono latori insostituibili e preziosi gli ETS, le reti e le relazioni che mantengono con il territorio, il cui supporto è imprescindibile per le istituzioni e i servizi. Pensiamo certamente alle associazioni ‘competenti in materia’, ma anche a quelle che operano in altri ambiti ma che rappresentano opportunità di inclusione, mediazione, partecipazione”.

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