Itinerari Francescani

Forse nessuno conosce davvero l’Italia. Ogni passo in questo Paese è una scoperta e una nuova storia. Non si tratta solo di monumenti, quelli sì, sono sotto gli occhi di tutti, nonostante spesso lo sguardo li scorra veloce nella fretta quotidiana e se ne perda la meraviglia. Ci sono anche racconti che si celano dietro i volti degli anziani, dietro ogni sapore che caratterizza ciascun luogo, dietro ai dialetti e alle tradizioni che percorrono in lungo e in largo lo Stivale.
I volontari lo sanno. E questa “anima” hanno voluto recuperare quando hanno riunito i sentieri di San Francesco quali vie di pellegrinaggio, dalla Toscana all’Umbria, fino all’Emilia-Romagna, arrivando anche in Portogallo, Spagna, Francia, Polonia, Slovacchia, solo per citare alcuni stati attraversati dal progetto che ormai ha un respiro internazionale.
È accaduto anche nella provincia riminese, dove ad attivarsi, insieme alle associazioni I Cammini di Francesco in Emilia-Romagna e Saint Francis’ Way, è stata L’Umana Dimora che ha voluto accendere i riflettori sul tratto percorso dal Santo che unisce Rimini a La Verna: la porta di accesso nord-orientale di una rete più ampia, che collega Rimini, Firenze, La Verna, Assisi, la Valle Santa reatina e Roma. Un progetto possibile grazie all’appoggio ricevuto da istituzioni e Diocesi riminese.
Oggi, il percorso ha ottenuto la giusta valorizzazione. Dopo la presentazione ufficiale al Ministero della Cultura il 2 luglio 2025, il 10 luglio si è svolto a Rimini un nuovo appuntamento per il prestigioso riconoscimento attribuito dal Consiglio d’Europa agli Itinerari Francescani “Le Vie di San Francesco” quali Itinerario Culturale.
“È l’esito, non scontato, di un lavoro di squadra – spiega Franco Boarelli, presidente dell’associazione I Cammini di Francesco in Emilia-Romagna e volontario de L’Umana Dimora di Rimini – seguito con lungimiranza e determinazione negli ultimi dieci anni. Grazie a questo, la Valmarecchia è oggi parte di una rete di percorsi che costituisce un unicum a livello mondiale e un volano di sviluppo sostenibile per tutto il territorio. Un risultato importante che segna l’inizio di una nuova fase anche sul piano locale, nella quale i tanti soggetti che rendono possibile l’esistenza del cammino sono chiamati a collaborare consapevoli del nuovo contesto relazionale e dello scenario che ci apre al mondo. La scadenza importante più vicina è il 2026, ottocentenario della morte di San Francesco; un anno straordinario per l’eredità francescana e una grande occasione per diffondere i valori che essa custodisce e che l’Itinerario intende promuovere”.
Il cammino di San Francesco
Con sede principale ad Assisi, l’itinerario si sviluppa attorno alla figura del Santo, promuovendo il suo messaggio spirituale, attraversando i luoghi da lui vissuti e altri siti significativi per la diffusione del francescanesimo. Quello che lo rende unico è il reticolo di strade che, ancora, si arricchisce dei percorsi dei suoi seguaci, tutt’oggi attivi in tutte le discipline del sapere.
Ecco perché il progetto si alimenta seguendo tre direttrici fondamentali, come ha spiegato Raffaella Rossi, direttrice dell’associazione Saint Francis’ Ways e Project Manager degli Itinerari, in occasione della conferenza stampa del 10 luglio 1015:
- la promozione della ricerca accademica – in ambiti come botanica, musica, medicina e teologia – attraverso una rete internazionale di università francescane;
- la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale legato ai francescani;
- i cammini di pellegrinaggio che attraversano i luoghi segnati dalla presenza di San Francesco.
I francescani attraversano infatti Paesi, culture e arricchiscono la loro narrazione con la storia dei popoli, perché entrano in contatto con persone e luoghi. Un patrimonio inestimabile di saperi e bellezze naturali, ancora sommerso ma che grazie al lavoro di questi volontari sta riemergendo e si riappropria della giusta visibilità. Sono loro infatti che si attivano per tenere puliti i sentieri, sistemare la segnaletica, aprire i santuari raccontandone bellezze e aneddoti, rendendo tutto questo di nuovo accessibile.
Sul punto insiste anche Don Tiziano Zoli, Incaricato della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna per il turismo, sport, tempo libero e pellegrinaggi, mettendo in evidenza che: “Ogni cammino non è fatto solo da una strada, ma da tante strade che si incrociano. Creare una rete dei cammini francescani non significa soltanto trovare un punto in comune fra diversi itinerari, ma offrire una chiave di lettura ad un percorso che prima ancora che essere di tipo fisico, è soprattutto spirituale. Francesco d’Assisi, che di strada ne ha fatta tanta, con la sua vita rappresenta un modello per chi, viandante o pellegrino che sia, attraversa questi cammini fino al vero arrivo: la propria anima”.