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20 Nov 2025

Laura Ciccioni, tirocinante di Volontàromagna, ha intervistato Lia Maggioli, volontaria dell’associazione Chiocciola – La Casa del Nomade, associazione che da diverso tempo progetta e organizza laboratori culturali a Pennabilli e zone limitrofe.

Chiocciola – La Casa del Nomade è una realtà che da una decina d’anni si occupa di valorizzare il territorio di Pennabilli e dintorni, attraverso la creazione di eventi quali laboratori culturali o festival di danza, grazie all’impegno di tante persone che costantemente si mettono in gioco; il loro impegno si è particolarmente distinto, ad esempio, nella creazione del progetto “Habitat”, un’ iniziativa di riqualificazione del territorio che è valsa loro il terzo posto al festival “Chil’hafatto?”, manifestazione sulle buone pratiche nelle aree interne. Personalmente sono venuta a contatto con quest’associazione grazie a dei corsi di teatro ai quali ho partecipato, rimanendo positivamente colpita dalla gentilezza e disponibilità dei volontari. Ho, quindi, intervistato una di loro, Lia, soffermandomi in particolar modo sull’importanza dei progetti per la comunità locale e sull’arricchimento che possono portare in chi li frequenta.

Lia, com’è nata l’ associazione Chiocciola? Puoi raccontarci la sua storia?

È nata più di dieci anni fa dall’intuizione delle sorelle Irene e Linda e di Roberto, persone che hanno voluto creare qualcosa per la gioventù locale, evitando che i ragazzi abbandonassero la valle. Quest’associazione si propone, quindi, di offrire opportunità concrete di formazione e di crescita personale; all’inizio, le attività svolte riguardavano prevalentemente l’educazione, poi si è deciso di spaziare, concentrandosi su altre tematiche, come l’ambientalismo. (A Pennabilli abbiamo un punto di riferimento importante nel Parco Sasso Simone e Simoncello). Nelle intenzioni dei fondatori c’era, dunque, la volontà di creare uno spazio di aggregazione giovanile, che in città mancava. La nascita dell’associazione ha poi rappresentato un’occasione, per le persone provenienti da altri paesi, di potersi avvicinare a queste zone. 

Cosa ti ha spinto a diventare volontaria di quest’ associazione? 

Sono stata invitata ad un’assemblea dei soci e sono rimasta affascinata dalle tante iniziative proposte e dai tanti giovani a servizio della cittadinanza, che cioè si mettono in gioco per ideare eventi che possano farorire il benessere della collettività.

Secondo te, in che modo la creazione di laboratori culturali può essere determinante per la comunità?

Io penso che una comunità si possa prendere il “rischio” di giocare insieme sperimentando ogni volta attività nuove e significative, con l’obiettivo di fare un lavoro sul proprio corpo e su sé stessi, ascoltando le rispettive emozioni. A mio avviso è proprio nel concetto del giocare, del lasciarsi andare liberamente e senza pensieri e paure alle nostre sensazioni, che risiede l’importanza di queste iniziative per le persone.

Qual è stato il laboratorio che vi ha dato più soddisfazioni e perchè? E invece qual è stato quello meno riuscito?

Quello più gratificante è stato il laboratorio di clown, progetto nel quale siamo riusciti ad usufruire del teatro e dove abbiamo avuto una professionista che veniva da lontano a nostra disposizione; è stato un lavoro piuttosto intenso, per cui siamo rimasti due giorni nel Teatro Vittoria di Pennabilli. Secondo me non ce n’è uno meno riuscito, se vogliamo proprio citarne uno il laboratorio di yoga è quello che sento meno affine perché è un mondo che conosco poco e lo percepisco più come un servizio realizzato da altre persone piuttosto che come un modo per metterci in gioco tutti assieme.

Dopo la conclusione di un laboratorio, quali sono le sensazioni che rimangono in voi volontari?

Dipende, ci chiediamo spesso cosa possiamo fare meglio ma ci sono anche momenti molto appaganti e che ci lasciano belle soddisfazioni, siamo molto osservatori e ci poniamo sempre in ascolto delle cose che possono succedere e anche degli imprevisti che possono verificarsi.

Puoi raccontarci un aneddoto in tanti anni di attività?

Un episodio che mi viene in mente è successo quando abbiamo organizzato il festival di balli popolari Ven Olta, che è stato un’occasione per cimentarmi nella danza insieme agli abitanti del paese, visto che di solito non amo ballare in compagnia ma preferisco farlo da sola. 

Quali sono i vostri progetti futuri?

Chiocciola sta lavorando sull’organizzazione di gite nei dintorni, in posti che altrimenti sarebbero considerati “marginali” cioè poco frequentati dai cittadini; stiamo inoltre portando avanti i laboratori di teatro e danza e speriamo di vincere un bando per finanziare corsi di ginnastica dolce, attività circensi eccetera. L’associazione organizza inoltre il festival di balli popolari Ven Olta e poi ripartono i Giovedì di Sopra, iniziative che si svolgono al bar della Nina, sempre qui a Pennabilli.   

 

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