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Alternanza tra grandi e piccole banche

19 Mag 2010

Spunta una mediazione di sistema coltivata in sede Acri per ricucire lo strappo nel mondo bancario attorno alle candidature di Corrado Faissola e Giuseppe Mussari alla presidenza dell’Abi. E la soluzione potrebbe consistere nella definizione di una “alternanza” al vertice dell’associazione tra banchieri espressioni delle grandi banche e quelli indicati dalle medio-piccole e con un’altra modifica della governance attribuendo deleghe ai vicepresidenti. La concretizzazione di questo criterio potrebbe portare alla scelta di Mussari, presidente di Mps, sostenuto finora da Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Bnl, all’unanimità. Questa proposta, secondo quanto risulta a Il Messaggero, sarebbe stata messa a punto ieri sera nel corso di un vertice tenutosi in sede Acri e dovrebbe essere messa stamane sul tavolo dell’esecutivo Abi in programma a Roma, da Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Ravenna, vicepresidente dell’associazione delle fondazioni e casse di risparmio di cui è il numero uno del comitato-banche. Ma se Patuelli può definirsi il protagonista che ha tessuto la tela tra le casse – specie nella riunione di ieri sera tra irappresentanti di una ventina di istituti -, in cabina di regia c’è sicuramente Giuseppe Guzzetti, presidente della Cariplo, leader del mondo delle casse di risparmio ma sempre di più figura di sistema nel mondo finanziario per l’abilità nel riannodare i rapporti apparentemente più inconciliabili, come alla fine dello scorso anno ha sanato il dissidio fra Giulio Tremonti e i grandi banchieri facendo scoppiare quella pace che regna tuttora. Guzzetti ha ispirato la ricomposizione di quel tessuto di banche medio-piccole che in un primo tempo sembrava appoggiare l’uscente Faissola attorno alla candidatura di Mussari che il leader Cariplo conosce e apprezza sin dai tempi in cui il banchiere senese era a capo della fondazione. E il convincimento avverrebbe attorno alla definizione di una regola oggettiva di “alternanza” alla presidenza dell’Abi che consentirebbe in futuro di evitare altre lacerazioni. In questo momento di crisi finanziaria riacuitasi per la Grecia, le banche non possono non muoversi compatte. E ieri prima del vertice Acri, l’“interpello” fatto dai saggi guidati da Alessandro Azzi fra alcuni dei membri dell’esecutivo Abi, avrebbe fatto emergere la disponibilità a trovare una mediazione per scongiurare un’antipatica conta. Patuelli, quindi, proporrà la mediazione, sostenuto dagli altri uomini Acri presenti nel “governo” dell’associazione dei banchieri: Giovanni Berneschi che è anche uno dei vicepresidenti e uno dei saggi, Beppe Ghisolfi, Lauro Costa. E attorno al piano Patuelli potrebbe coagularsi un ampio consenso, facendo convergere anche le popolari rappresentate dal numero uno del’associazione Carlo Fratta Pasini finora sponsor della conferma per un terzo mandato di Faissola, perché consentirebbe di istituire un criterio oggettivo per il futuro. L’esecutivo dovrà naturalmente definire i termini di questa “alternanza”, se cioè vale per un solo mandato o due. E il “pacchetto” Acri comprende anche l’attribuzione di poteri da definire ai vicepresidenti. L’applicazione del principio di “turnazione” partirebbe da subito con l’ascesa di Mussari. Oggi l’esecutivo concluderà anche la procedura della composizione dei gruppi bancari ai fini della nomina del nuovo consiglio da parte dell’assemblea del 15 luglio con la modifica legata alle banche estere.

(da Il Messaggero del 19-05-2010

)

 

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