La bevanda maggiormente consumata è il vino (48,1%), seguito dalla birra (27,1%), dai superalcolici (10,3%) e dagli aperitivi, amari e digestivi.
Sono otto milioni e 600mila i consumatori a rischio, 68mila le persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi alcologici, 4575 gli incidenti stradali rilevati soltanto da Polizia e Carabinieri. Questi alcuni dati contenuti nella Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2018 in materia di alcol e problemi correlati.
L’alcol è uno dei principali fattori di rischio e di malattia e tra le prime cause di mortalità prematura e di disabilità evitabili. Ogni anno l’alcol causa nel mondo 3,3 milioni di morti. Il consumo di bevande alcoliche è complessivamente responsabile di mortalità prematura, disabilità e insorgenza di oltre 200 malattie che includono il cancro, le malattie cardiovascolari e le disfunzioni metaboliche e costano alla società almeno 17 milioni di anni di vita persi.
La prevalenza dei consumatori a rischio, elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità, è stata nel 2017 del 23,6% per uomini e dell’8,8% per donne di età superiore a 11 anni, per un totale di oltre 8,6 milioni di persone, 6,1 milioni maschi e 2,5 milioni femmine che nel 2017 non si sono attenute alle indicazioni di salute pubblica.
L’analisi per classi di età mostra che le fasce di popolazione più a rischio per entrambi i generi sono quelle dei 16-17enni, che non dovrebbero consumare bevande alcoliche e dei “giovani anziani” (65-75 anni).
Per approfondire questi e molti altri temi, l’appuntamento è a Roma, domani, 15 maggio per l’Alcohol Prevention Day 2019 (Istituto Superiore di Sanità, Viale Regina Elena 299 – Aula Pocchiari).
Il convegno annuale è finanziato dal ministero della Salute e organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, con la collaborazione di Società Italiana di Alcologia, Associazione Italiana Club Alcologici Territoriali e Eurocare, che hanno garantito per il diciottesimo anno consecutivo (attraverso i gruppi di lavoro congiunti e il Network collaborativo ITACA del Centro OMS con i Centri Alcologici Regionali delle Regioni Toscana e Liguria), la disponibilità dei materiali di prevenzione, a supporto di un’elevata cultura di prevenzione basata su livelli più elevati di tutela della salute, di consapevolezza e di responsabilità individuale e sociale.