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Alla scoperta di sé

20 Set 2021

Con Paola Ermini, volontaria di #emporiorimini, scopriamo un’altra dimensione del fare volontariato, quella che ti permette di sviluppare quella parte di te a cui, nel lavoro o nella quotidianità, non si è riusciti a dare tanto spazio. Un’occasione per crescere come persona e nelle relazioni.

Ho vissuto l’emporio – racconta – dalla fondazione. Una mia libera iniziativa nata dalla condivisione dei valori alla base del progetto. Mi piace il fatto che sia il risultato di una sinergia tra diversi attori, di ispirazione laica e cattolica, che hanno lavorato insieme per dare una risposta comune ai bisogni delle famiglie in difficoltà. Ora sono in pensione, ho un po’ rallentato perché sono diventata nonna, ma mi sono talmente trovata che quando lavoravo mi sono presa anche dei permessi personali per venire a fare volontariato”.

#emporiorimini è infatti un supermercato solidale dove chi vive una situazione di disagio economico può fare la spesa a punti per un periodo limitato nel tempo, quello necessario per reinserirsi nel contesto sociale. Al contempo, tra gli obiettivi quello di ridurre gli sprechi nella filiera alimentare, promuovendo un circolo virtuoso anche con le aziende.

“Non tutto è stato realizzato degli intenti iniziali, è complesso per esempio coinvolgere la grande distribuzione per rimettere in circolo gli alimenti. Ma l’emporio in qualche modo è riuscito a restituire la dignità alle persone. Mi ricordo di un signore che aveva perso il lavoro. Si sentiva sollevato dal fatto che non volessimo intervenire a tutti i costi e che aveva la possibilità di decidere la sua spesa scegliendo i prodotti da cucinare o utilizzare. Poi c’è stata una famiglia in cui un genitore si è impiegato e, spontaneamente, ha rinunciato all’aiuto. A volte si pensa che il sostegno possa diventare un modo per togliere alle persone la volontà di aiutarsi, di fare la loro parte, invece non è così.

Ricordo anche una mamma, non cucinava i funghi perché temeva non fossero buoni. Mi dispiaceva non usasse un prodotto così fresco e mi sembrava che valesse la pena farglielo conoscere. Ci siamo quindi scambiate ricette di risotti, frittate, sughi per la pasta… Quando ci siamo rincontrate mi ha detto che anche i suoi bambini li avevano mangiati, tanto che li ha ripresi. Una manifestazione di fiducia da parte sua nei miei confronti”.

Dalle parole di Paola si evince quanto delicate siano le relazioni che nascono all’interno di emporio. Qui ha imparato a far tesoro di piccoli gesti, parole e non detti, che nella loro semplicità innescano intese profonde tra mondi diversi, per storie di vita od origini.

L’emporio ti insegna un modo nuovo di ascoltare e interagire. Quando faccio le raccolte, per esempio, attraverso un contatto di sguardi, già riesco a capire le intenzioni delle persone, se parteciperanno o meno… ci si scambiano esperienze, ma c’è anche chi è sfuggente o chi ti risponde di aver bisogno lui di aiuto.

Anche io ho l’occasione di esprimere quella parte di me più nascosta per entrare in empatia con chi ho davanti, cosa che in un altro tipo di lavoro non ho potuto fare. Stare all’emporio non è semplicemente ‘ti do questa cosa’, ‘sono qui per due ore’, è molto di più: mi confronto con realtà diverse dalla mia e mi devo impegnare per questo, scoprendo anche qualcosa di me. Le famiglie sono variegate, numerose e con bambini, ma vengono anche singole persone. Anche le età cambiano”.

Durante questo periodo di contrasto alla diffusione del coronavirus, anche in #emporiorimini, inevitabilmente, alcune procedure sono cambiate. Le persone non possono più entrare al supermercato e si porge loro la spesa all’esterno.

Purtroppo – conclude – non abbiamo più quel contatto diretto con chi viene a fare la spesa. È più difficile scambiarsi le esperienze. Si continua a venire incontro alle esigenze particolari, per esempio non prepariamo già il pacco ma cerchiamo di accogliere quello di cui la persona ha bisogno, ma non è più la stessa cosa. Spero si possa riprendere presto quel filo conduttore iniziale”.

Nel frattempo l’emporio di Rimini è comunque cresciuto. Si sono create sinergie con nuovi progetti. Attraverso esperienze di coabitazione, ad esempio, si è anche cominciato a coinvolgere persone che erano senza fissa dimora, in modo da allargare la platea di riferimento elaborando risposte sempre più particolareggiate. L’accesso al supermercato solidale prevede, infatti, alcuni requisiti, come la residenza a Rimini o in uno dei 10 comuni della Valmarecchia, dsu e Isee congruo con reddito fino a un massimo di 7.500.

Per saperne di più è possibile scrivere a: emporio@emporiorimini.it

 

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