È la sintesi dell’XI rapporto della Caritas e dalla Fondazione Zancan intitolato “Poveri di diritti”. Rientrano nei numeri bulimici del rapporto anche i nuovi poveri che hanno casa, lavoro e vivono in famiglia, ma non arrivano comunque a fine mese. In quattro anni sono aumentati del 13,8%, anche qui con marcate differenze regionali. Nel Mezzogiorno l’aumento è addirittura del 74%. Tra le richieste più frequenti che arrivano alla Caritas rientrano casa, cibo, sanità. in particolare la casa è un’emergenza i cui problemi in 4 anni sono aumentati del 25%. Forte anche la crescita delle richieste di sussidi economici (+80%) e di consulenze professionali (+46%). Dai dati si evince che dal 2007 al 2010 le richieste di aiuto economico rivolte ai Centri sono cresciute dell’80%. Sempre forte la presenza degli stranieri, che rappresentano il 70% delle persone in coda ai centri. In prevalenza sono maschi dai 25 ai 44 anni. Dal 2005 al 2010 il numero dei giovani che si è rivolto ai centri è aumentato del 60% e il 75% di questi non studiano né lavorano. Una situazione comune in molti mondi benestanti che viene identificata con il termine “neet”: acronimo inglese di “Not in Education, Employment or Training”. E indica individui, generalmente tra i 16 ed i 65 anni che non studiano né lavorano e non stanno cercando occupazione. Di fronte a questa mole di richieste di aiuto, le Caritas hanno moltiplicato negli ultimi tre anni le risposte. Anzitutto le tradizionali mense. Al Nord sono attive 164, al Sud 119, al Centro 108 e nelle isole 58. Per gestire l’emergenza si fa sempre più ricorso al Fondo di solidarietà mentre è stato attivato un progetto di microcredito socio-assistenziale. Altre iniziative innovative sono le botteghe solidali o le carte magnetiche di spesa, gli sportelli di inserimento lavorativo e i progetti di sostegno al disagio abitativo. (L’immagine è di Fernando Botero)