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Autonomia? Sì grazie

10 Ott 2019

Non una ma due volte Pasquale, docente dell’Isiss Tonino Guerra di Novafeltria, ha deciso di trascorrere, in qualità di accompagnatore volontario, tre settimane all’estero insieme ai suoi ragazzi, alcuni con disabilità fisica, altri con disturbi dell’apprendimento.

L’occasione arriva dai progetti promossi da Volontarimini all’interno del programma europeo Erasmus Plus, volti all’inclusione e all’inserimento lavorativo di giovani con bisogni speciali. Nel 2018, Pasquale è partito con i suoi studenti per Creta, grazie al progetto Tnt 2020. Un’esperienza che ha voluto replicare nel 2019, questa volta all’interno del progetto Next stop Europe, con meta Tralee, nella contea del Kerry, in Irlanda.

Per tre settimane i ragazzi si sono trovati immersi in una realtà culturale diversa: parlavano una lingua straniera, cambiavano gli usi e costumi, le abitudini alimentari e l’ambiente di lavoro. Tutti, infatti, sono stati inseriti in tirocini professionali per mettere a frutto le proprie competenze, seguiti anche dai tutor locali partner del progetto: l’ente Ecte per la Grecia e Your International Training per l’Inghilterra.

Perché la decisione di partire per ben due volte?

Questi ragazzi spesso sono messi sotto una campana di vetro. Dopo questa esperienza, come docenti abbiamo riscontrato in loro un significativo scatto di crescita, in termini di autonomia e autostima. Già dopo la prima settimana, dimostrano una grande capacità di autogestione e un adattamento nel quotidiano sorprendente. Migliorano poi nello studio della lingua inglese, parlata dai ragazzi anche in Grecia, e nelle materie in cui hanno svolto l’esperienza professionale. Anche l’atteggiamento in classe è diverso, sono più partecipi e spigliati.

Come prendono i ragazzi l’idea del viaggio?

Tra i ragazzi c’è da subito un grande entusiasmo anche se non mancano le preoccupazioni. Per alcuni è la prima esperienza all’estero. Più difficile invece convincere i genitori. Ecco perché a scuola facciamo sessioni formative propedeutiche all’iscrizione al bando.

Può spiegarci come si svolge l’esperienza?

Il soggiorno dura 21 giorni, duranti i quali i ragazzi sono inseriti in aziende per tirocini professionali. Ogni settimana poi facciamo un incontro insieme ai tutor, dove ognuno mette sul tavolo le sue esperienze, anche per migliorare il progetto. I ragazzi inizialmente sono titubanti, ma a partire dalla seconda settimana si nota come siano diventati consapevoli delle proprie capacità, e questo li sprona a godere maggiormente dell’esperienza. Dal primo giorno in cui la frase ricorrente era “prof ho bisogno dell’acqua”, si passa al terzo in cui già uscivano da soli. Autostima, autogestione implicano che emerga la loro personalità, che fatica a esprimersi in un contesto più protetto e circoscritto.

Che tipo di attività svolgono?

I miei ragazzi si sono trovati a lavorare in strutture con clienti. Lì cambia per loro tutto lo scenario: devono imparare a gestire appuntamenti, a comunicare, a farsi comprendere… Hanno dimostrato di essere perfettamente in grado a organizzare il loro tempo, rispettando gli orari. Come accompagnatori siamo sempre presenti, i ragazzi ci chiedono consigli, per poi relazionarsi in autonomia con i propri datori di lavoro che, devo dire, sono stati tutti molto attenti. Questi ragazzi lavorano gratis, con entusiasmo e duttilità, diventano esemplari, questo migliora il clima di lavoro e colpisce i colleghi.

Ci racconti qualche episodio significativo

Una delle ragazze studia biologia e si è trovata a fare un’esperienza in floricoltura. Mi ha detto: “Prof c’entro poco con questa esperienza, ma ho capito che la devo vivere appieno”. Ha poi scoperto il suo pollice verde, un nuovo interesse che continua a coltivare. Da una situazione a prima vista a lei non congeniale ha dimostrato la sua capacità di adattamento.
Un’altra ha come aspirazione il lavoro di sala, ma si è trovata a fare esperienza in un self service; è stata così brava che il datore di lavoro l’avrebbe assunta se ci fossero state le condizioni. 
Poi un ragazzo, nonostante la sua disabilità fisica, ha fatto il cameriere e ha gestito il suo lavoro senza assistenza, migliorando nelle interazioni sociali ma anche nelle piccole azioni del quotidiano, come il vestirsi da solo.

E quando si torna?

I genitori notano subito il cambiamento in positivo, non tutti sono pronti però a gestirlo. La sfida è che imparino ad accoglierlo. Forse all’interno del progetto si dovrebbe pensare ad incontri ad hoc per loro in questa fase. Ai ragazzi, invece, quasi sta stretta la realtà del piccolo paese (diversi abitano nei dintorni di Novafeltria); sono più consapevoli dei loro interessi e anche delle loro capacità. Ricordo una ragazza che dopo l’esperienza a Creta ha sviluppato ulteriormente la sua passione per la fotografia, durante il progetto è lei che ha curato il book fotografico e anche il montaggio di un breve video, oggi frequenta l’università della fotografia a Firenze.

Inoltre, sempre a scuola agli inizi del 2019, abbiamo accolto un gruppo di insegnanti polacchi, ed un mio studente ha preso l’iniziativa di preparargli un caffè greco durante il buffet di benvenuto organizzato per la delegazione”.

Il ruolo dei colleghi a scuola

Con Pasquale in questa avventura anche il collega Fausto Russo. Insieme a loro, a Creta, Tiziana Mastropasqua e, in Irlanda, Miriam Mascella e Ander Andreani. I tre professori si sono aggiunti al gruppo non in qualità di accompagnatori dei ragazzi ma per uno scambio professionale con il personale in loco. Dall’Italia, poi, entrambi i progetti sono stati organizzati dalla professoressa Stefania Cenerini, insieme a Claudia Guidi in qualità di referente per la Grecia e Stefania Saltarelli per l’Irlanda.

La progettazione europea di Volontarimini

Volontarimini, ormai dal 2009, promuove progetti di mobilità europea, volti all’inclusione e all’inserimento lavorativo di studenti con bisogni speciali e all’arricchimento professionale di operatori dell’ambito socio-assistenziale. Nel 2019, è attivo il progetto Next stop Europe, in partenza nel 2020 Ies beyond Europe.

Con cadenza annuale, gestisce bandi in cui propone 80 borse di studio per gli studenti e 8 per i professionisti (definiti personale staff nei bandi). Quattro le mete europee in cui si svolge l’esperienza di tre settimane: Grecia con il partner Ecte, Irlanda con il partner Your International Training, Lituania con Jaunuoli Dienos Centras e Spagna con il Mep.

I ragazzi, suddivisi in gruppi, sono seguiti da alcuni accompagnatori volontari oltre che dai tutor locali e svolgono un tirocinio in azienda. I professionisti hanno invece l’occasione di confrontarsi con colleghi del paese ospitante condividendo buone prassi.

Per maggiori informazioni europa@volontarimini.it 

 

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