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Avo accanto alle fragilità

26 Feb 2024

#storiedivolontariato a Cesena

Sono Dea, e sono volontaria e presidente di Avo dal 2015/2016, sono esperienze che ti fanno perdere il senso del tempo, è come se lo avessi fatto da sempre”.

Così inizia la testimonianza di Dea che racconta la sua esperienza nell’Associazione Volontari Ospedalieri di Cesena (Avo Cesena).

Come sei approdata all’associazione Avo?

 “Quando ero nel mondo lavorativo non avrei mai immaginato di diventare volontaria Avo! Poi sono andata in pensione. Non lavorando più, avevo molto tempo a disposizione…ho provato a fare una libera professione, però, nonostante avessi anche dei riscontri, mi sentivo come non al mio posto, volevo fare qualcos’altro. Ho provato a guardarmi intorno, cercando una associazione in cui fare del volontariato. In alcune fasi della mia vita, ho vissuto lunghi periodi di malattia e molti di questi lontano da casa, e mi sono resa conto di quanto possa essere importante per una persona che è sola in ospedale da tanto tempo e da tanti giorni, la visita di una persona, che porti una carezza, un incoraggiamento e che possa anche diventare un’amica/o. Da qui ho cominciato a valutare il mio servizio in Avo, mi sono avvicinata ai volontari, ho fatto un colloquio con l’allora presidente ed ho deciso di intraprendere questo percorso.

Mi sono fatta aiutare dallo psicologo volontario che è in Avo. Questo perché, io facevo un lavoro in un ente pubblico, e il passaggio dal tipo di impegno del lavoro e all’impegno che devi mettere per essere volontariato non è molto semplice. Soprattutto se fai volontariato in una associazione che è a contatta di persone, anziane e malate. Cambia il modo di porti nei confronti degli altri, cambia la filosofia di vita. Ho provato, e ho visto che mi sarebbe piaciuto; ho pensato che il mio servizio potesse essere utile a diverse persone e ho fatto il salto, piano piano con tutti i dubbi e perplessità ma tanta voglia di arrivare.

L’Associazione Volontari Ospedalieri (Avo di Cesena) è una realtà presente nel territorio dal 1987, grazie alla volontà ed all’entusiasmo di un piccolo gruppetto di persone, che poi divenne ben presto numeroso.

Quale è stato il tuo percorso per diventare volontaria?

Il mio percorso in Avo è stato un percorso, tutto sommato, abbastanza semplice perché ho trovato un ambiente molto accogliente. Una cosa importante che mi ha fatto decidere di rimanere in questa associazione è la vicinanza che si crea tra le persone che vengono seguite e che danno tanto. Ho fatto il corso previsto dall’associazione, poi ho fatto il tirocinio accanto a volontari esperti per poi camminare con le mie gambe. Nel 2016 inizia il percorso della riforma del Terzo settore, imponendo alle associazioni tanta burocrazia. In questa situazione, sono diventata presidente dell’associazione. C’era la necessità che ci fosse una persona in grado di seguire la parte burocratica, ed io ho dato la mia disponibilità. Grazie ai soci che mi hanno scelta, al consiglio direttivo che mi segue, che mi supporta e mi accompagna continuamente nelle pratiche da fare, io sono ancora qui.

Il volontario in Avo, si impegna a offrire gratuitamente il proprio tempo accanto agli ammalati ricoverati in ospedale, agli ospiti delle case residenze anziani e a chi vive situazioni di fragilità.

Non deve svolgere compiti o mansioni proprie del personale delle strutture, ma collabora con gli operatori nello sviluppo dei percorsi di umanizzazione.

Infatti la missione dell’Avo è quella di: contribuire ad umanizzare la vita in ospedale, testimoniare la solidarietà della comunità e offrire ai degenti sostegno nella solitudine e nelle difficoltà.

Il volontario AVO è accanto alle fragilità, all’ammalato e all’anziano, accogliendo i loro bisogni di ascolto e compiendo tutti quei gesti che un autentico sentimento di solidarietà consente.

Un’esperienza che ti è rimasta nel cuore?

Devo dire che ci sono tante esperienze che rimangono nel cuore perché quello che dico sempre quando facciamo i corsi di preparazione ai nuovi volontari e che quello che noi riceviamo è tanto di più di quello che diamo: la riconoscenza, gli occhi lucidi che ci guardano quando andiamo via e ci chiedono, torni anche domani? Le persone che seguiamo ci danno tanto. Posso dire che nel 2017 mi sono occupata di una signora, ricoverata in una struttura di lungodegenza e che aveva avuto un grave problema ed era immobile, faceva fatica a stare anche sulla sedia rotelle. Si è creato un rapporto molto stretto, e questo è bello. Ancora oggi con questa signora ci sentiamo settimanalmente!

Il volontario AVO è una presenza amica: una parola, un sorriso, un piccolo aiuto, la comprensione e l’empatia sono fonte di fiducia e speranza. Nell’offerta di dialogo e nell’ascolto si concretizza un percorso di solidarietà e umanizzazione che il volontario AVO vive in prima persona, facendo esperienza di vera reciprocità. Collaborando con gli operatori delle varie strutture interessate, svolge anche a pieno un servizio sociale di comunità.

Per contattare l’associazione:

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