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Caritas, boom richieste assistenza

18 Ott 2012

È questo il quadro, fosco, che emerge dal Rapporto sulla povertà 2012 di Caritas Italiana, che accusa il sistema di welfare di «evidente incapacità» a farsi carico delle nuove forme di povertà e quindi a dare risposte alle emergenze sociali derivanti dalla crisi.?Dal rapporto – reso noto ieri in occasione della Giornata mondiale contro la povertà emerge che negli ultimi tre anni, dunque dall’esplosione della crisi economica, c’è stata un’impennata degli italiani che si sono rivolti ai Centri Caritas e che ormai sono il 33,3% degli utenti complessivi. Aumentano in misura esponenziale casalinghe (+ 177,8%), anziani (+51,3%) e pensionati (+65,6%). In totale, si conferma – come negli anni scorsi – la presenza di una quota maggioritaria di stranieri rispetto agli italiani (70,7% contro 28,9% nel 2011), ma questi ultimi sono sempre più aumentati negli ultimi tre anni. La maggiore incidenza degli immigrati raggiunge valori massimi nel Centro e Nord Italia, mentre, a causa di un elevato numero di poveri italiani, appare più bassa nel Mezzogiorno. Povertà economica, lavoro e casa i principali bisogni per i quali si è chiesto aiuto alla Caritas.?Sono aumentati, dice il rapporto, gli interventi per fornire beni materiali per la sopravvivenza: nei primi sei mesi del 2012, un balzo di +44,5% rispetto al 2011. La richiesta di aiuti economici , molto più diffusa tra gli italiani (20,4%) rispetto a quanto accade fra gli stranieri (7,4%), che invece chiedono più lavoro e soprattutto più orientamento; la richiesta di sussidi economici è più alta fra gli italiani a causa dell’età media più anziana rispetto agli immigrati e alla conseguente maggiore diffusione di disabilità o altre patologie. È cambiata, anche, la tipologia di chi si rivolge ai centri Caritas, che non è più necessariamente un emarginato o un barbone. Da due-tre anni ormai diminuiscono in modo vistoso coloro che si dichiarano a reddito zero e vivono sulla strada. A chiedere aiuto sono più le donne (53,4%), i coniugati (49,9%), le persone con un domicilio (83,2%). Calano i disoccupati (-16,2%), gli analfabeti (-58,2%) e le persone senza dimora o con gravi problemi abitativi (- 10,7% nei primi sei mesi del 2012 rispetto al 2011), a conferma di una progressiva normalizzazione sociale dell’utenza Caritas che sempre meno coincide con la grave marginalità sociale.

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