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Con…Tatto in carcere

17 Feb 2025

#storiedivolontariato con l’associazione Con…Tatto e le sue volontarie attive in carcere.

“Con…Tatto” è un’associazione di volontariato che, dal 2006, persegue finalità di solidarietà sociale, ispirandosi ai valori della Costituzione, in particolare l’art. 27, che dichiara che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato e alla Carta Universale dei Diritti dell’Uomo.

L’associazione si occupa soprattutto di portare avanti attività inerenti la responsabilità personale, la prevenzione e l’esercizio dei diritti umani. La maggior parte dei loro progetti sono rivolti a persone in esecuzione penale e al sostegno alle loro famiglie. Il progetto pilota e in qualche modo identitario per l’associazione è il coordinamento dello “Spazio Famiglie”. Si tratta di un servizio rivolto ai famigliari delle persone detenute, che si recano presso la Casa Circondariale di Forlì in visita e che precedentemente alle attività dell’associazione, sostavano all’esterno, con qualunque condizione atmosferica.

La funzione non è univoca: è in primo luogo uno spazio fisico e tangibile, al riparo dalle intemperie, ma anche una tutela della privacy e dei vissuti dei familiari che vivono l’impatto con questi eventi deflagranti. I volontari accolgono i familiari e si mettono a disposizione per fornire sia informazioni pratiche, che uno spazio neutro di ascolto, il quale, negli anni è divenuto un sostegno importante e un punto di riferimento per le persone che affrontano, di riflesso la realtà dell’esecuzione penale.

Purtroppo, in questa fase, anche a causa delle ripercussioni post Covid, l’attività dello Spazio Famiglia è sospesa perché è un’attività impegnativa e l’associazione ha difficoltà a trovare nuovi volontari, problema del resto comune a molte altre associazioni.

L’associazione si occupa, inoltre, anche di organizzare le “Feste Bimbi” (in collaborazione con V.I.P. Forlì Onlus), dei periodici e ricorrenti momenti di incontro tra genitori-detenuti e figli minori, al fine di supportare la genitorialità e l’affettività, in aggiunta alle regolari ore di colloquio.

Ci sono poi percorsi di formazione e aggiornamento per volontari, un laboratorio teatrale con spettacolo finale, attivo dal 2010, che coinvolge i detenuti di tutte le sezioni ed è membro del Coordinamento Regionale Teatro Carcere in Emilia-Romagna.

Abbiamo fatto alcune domande alle volontarie…

Come siete diventate volontarie? Cosa vi ha spinto a diventarlo?

La maggior parte di noi ha incontrato Con…tatto negli anni dell’università (Criminologia, Scienze della Formazione, Psicologia…) cercando un’attività che permettesse di toccare con mano quello che studiavamo sui libri. Con Con…Tatto si inizia la formazione e l’affiancamento con i volontari senior, fino a diventare autonomi nella gestione delle attività. Abbiamo realizzato in fretta come la mission dell’associazione si rivolgesse in prima battuta e soprattutto alle famiglie dei detenuti. Una categoria generalmente poco considerata: tra vittima e autore, la famiglia di quest’ultimo troppo spesso scivola sullo sfondo, eppure sono vittime anche loro e al contempo scontano una pena che non gli appartiene. Con il tempo ci si rende conto che nell’intento di fare “qualcosa di buono” per gli altri, è ed è stato altrettanto vero che la vicinanza con le famiglie ci ha restituito molto in termini di sensibilità e esperienza emotiva”.

Un evento che vi è rimasto nel cuore? o un aneddoto?

“Le “feste bimbi” sono sempre un momento magico, una montagna russa di emozioni. Pensiamo che la prima sia decisamente tra i ricordi più forti in assoluto. Le feste sono uno spazio, un tempo prezioso al di fuori dai colloqui ordinari. Un sabato al mese, in Chiesa o all’aperto a seconda della stagione, il pomeriggio è animato per un paio d’ore dai Clown che fanno giocare i bimbi in visita. Noi volontarie ci occupiamo del coordinamento e della merenda. Le famiglie si incontrano, si mescolano: compagni di sezione si presentano le mogli o i figli. All’emozione dell’evento in sé si aggiungono le sensazioni che tipicamente racconta chi entra per la prima volta: i rumori, le sbarre, i cancelli che non si aprono finché il precedente non si è chiuso alle tue spalle. Gli odori. Il carcere ha un odore difficile da descrivere, ma immediatamente riconoscibile. È un misto di cucina, bucato, fumo, caffè…”

“Il momento più triste delle feste bimbi è, banalmente, che finiscono. I detenuti vengono richiamati in cella e il momento dei saluti è straziante. Sono minuti di abbracci, occhi lucidi, lacrime, baci. Nel tentativo di distrarre in qualche modo i bambini da questa faticosa separazione abbiamo l’abitudine di consegnare dei regalini, per riportare un sorriso. Però non è facile, emotivamente. Ci devi essere, ma devi essere il più invisibile possibile. Sei in un qualche modo facilitatore di relazione, ma non è uno spazio di cui sei protagonista, non tutti i volontari se la sentono di partecipare visto il forte coinvolgimento emotivo”.

Quali difficoltà riscontrate nel fare il volontariato in carcere?

Al di la dell’oggettiva complessità rappresentata dall’operare all’interno dell’istituzione penitenziaria, la problematica principale che abbiamo riscontrato in questi anni riguarda un diverso approccio all’attività di volontariato, che ormai è diffusa nel mondo associativo. Come riscontrato nella gestione dello Spazio Famiglia, è sempre più difficile trovare volontari disposti ad operare stabilmente e per lunghi periodi, è il problema del “volontariato fluido” che rende complesso il ricambio generazionale e l’ingresso di nuove forze.

Quali sono i progetti che state portando avanti e quali sono i progetti futuri?

Continua stabilmente il laboratorio di teatro, con incontri quotidiani, in tutte le sezioni, con il tradizionale spettacolo finale, all’interno del Festival Regionale di Teatro Carcere “Trasparenze”.

Si organizzano con regolarità mensile le feste bimbi e ripartirà a breve il laboratorio espressivo che integra arte e movimento corporeo.

Il nostro obiettivo futuro è quello di riattivare lo Spazio Famiglia, potendo contare su nuove risorse.

L’associazione è aperta inoltre ad accogliere proposte ed attività che nascono dai volontari che la formano o da persone esterne che vogliono avvicinarsi al mondo del carcere, anche attività meno ricorrenti, ma comunque strutturate, che possono coinvolgere tutte le sezioni della Casa Circondariale.

Cosa direste a una persona per far sì che diventi volontaria della vostra associazione? 

La prima cosa che chiariamo ai nuovi aspiranti volontari è che il senso della presenza di “Con…Tatto” all’interno della Casa Circondariale è interamente diretto all’assistenza delle famiglie in visita, di conseguenza i contatti con i detenuti saranno pressoché inesistenti. Non vogliamo creare false aspettative. Storicamente, questa precisazione allontana chi è più interessato a “raccontare agli amici che va in carcere”, non chi è spinto da autentica volontà di mettersi al servizio degli altri. Il valore dei progetti è universale come possono esserlo l’accoglienza e l’aiuto, in qualunque forma siano declinati. Ed è quello che viene richiesto ai nostri volontari, crediamo che il nome “Contatto/Con tatto” sia estremamente evocativo. Facciamo ponte tra dentro e fuori, con attenta discrezione, con ascolto e presenza.

Come contattare l’associazione

L’associazione può essere contattata attraverso la pagina Facebook oppure scrivendo alla mail con_tatto.forli@libero.it

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