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Concluso il progetto ET

20 Feb 2017

64 volti, storie, luoghi, esperienze di vita da riportare a casa e condividere. 64 come gli studenti che hanno partecipato al progetto “E.T – Exploring Talent”, da poco conclusosi, promosso da Volontarimini, ente capofila nell’ambito del programma Erasmus+ dell’Unione europea. Per ciascuno di loro la possibilità di trascorrere tre settimane all’estero svolgendo un’attività professionalizzante attraverso tirocini formativi. Giovani con bisogni speciali di diverso tipo, ma accomunati dalla voglia di mettersi in gioco e di crescere.

Quattro le destinazioni di viaggio: Granada in Spagna presso l’ente “MEP Europrojects Granada” in cui si sono recati studenti che hanno svolto tirocini in aree quali turismo, servizi socio sanitari e abbigliamento; Mallow in Irlanda presso “Your International Training” che ha ospitato studenti interessati a svolgere tirocini in commercio, tecnologia e informatica; Varsavia in Polonia presso l’ente partner “Inter”, per tirocini in elettronica e meccanica; Mosta a Malta presso “Paragon Europe”per tirocini in area artigianato e arte.

Fondamentale anche il ruolo dei 26 accompagnatori, persone qualificate a sostenere studenti con bisogni speciali nel percorso di una esperienza complessa e importante come questa (molti di loro educatori e psicologi).

Diario di viaggio

Elena Lia è partita per Granada lo scorso 4 luglio con il cuore carico di speranze e di attesa. Ma cosa ha portato a casa? “Dopo le tre settimane passate a Granada, sono tornata a casa con molto entusiasmo e con tanta voglia di fare. Vivere un’esperienza così intensa, ma anche faticosa, mi ha riempito di fiducia in me stessa e negli altri: durante il percorso ci sono state difficoltà, dovute alla lingua o alla convivenza, ma il nostro piccolo gruppo è sempre riuscito a trovare una soluzione, un modo per stare bene. Ho scoperto quanto sia importante comunicare in modo positivo con chi si ha accanto, sia per quanto riguarda la relazione con Francesca, l’altra ragazza partita da Rimini, sia nell’ambiente del tirocinio”.

Un momento da non dimenticare? “Sicuramente sono stati tanti i momenti significativi che hanno riempito questa esperienza, ma quello che mi ha colpito di più è stato l’ultimo giorno di tirocinio al Fegradi. Quando è arrivato il momento di salutarsi infatti è emersa tutta la forza dei legami che avevamo stretto con utenti e operatori, forza che già da prima avevamo sentito, ma che non pensavamo fosse così grande. Un episodio in particolare è emblematico di tutte le tre settimane: mentre salutavo tutte le persone del centro, è arrivato il turno di Juan, un uomo sulla cinquantina che è stato colpito da un ictus, e che per questo ha metà del corpo paralizzato e non riesce a parlare. Come spesso accadeva, Juan ha prima cercato di dire qualcosa, indicando me e lui, ma la sua bocca non lo ha assecondato. D’altra parte nemmeno io ero in grado di dire nulla, perché sarebbe stato impossibile per me esprimere l’emozione del momento (addirittura in spagnolo poi!), così alla fine entrambi abbiamo smesso di provare a parlare. Ci siamo affidati all’unica lingua che potevamo usare: quella degli sguardi e degli abbracci. Juan mi ha abbracciato con un solo braccio, quello che riusciva ancora a controllare, e mi ha stretto forte. Ecco, questo abbraccio “a metà” per me racchiude il senso del tirocinio al Fegradi: non importa quali difficoltà si hanno, non importa se ti porti dietro una barriera fisica o linguistica, quello che conta è riuscire a entrare in relazione con gli altri, a lasciarsi travolgere dalle loro emozioni, a condividere ciò che senti”.

Cosa consiglieresti a un ragazzo che come te si trova ad affrontare un’esperienza simile? “Il mio consiglio è di cercare di essere il più possibile aperti alle possibilità che si presentano durante un’esperienza come questa, di essere curiosi anche nei confronti di cose che a primo impatto potrebbero non piacere. Per esempio a noi è capitato di visitare una mostra artistica molto interessante solo perché il museo lì vicino, che era in programma, era chiuso. Quindi forse la caratteristica più importante durante un viaggio come questo è quella di essere vigili, di cercare di non perdersi nessuna opportunità. Questa apertura ovviamente vale anche nei rapporti con le persone, soprattutto nei confronti dei compagni con cui si parte: più si è aperti, disposti ad ascoltare il punto di vista dell’altro, più la convivenza offre spunti di crescita e di riflessione”.

Anche per gli insegnanti/accompagnatori resta il valore di un’esperienza importante da vivere e condividere con gli studenti. Alla domanda “Perché questo tipo di esperienze sono importanti per i ragazzi? Cosa imparano e come cambiano?” due professoresse dell’Istituto Ruffillli di Forli, Daniela Spada e Giulia Violani, che hanno accompagnato un gruppo del loro Istituto a Granada in Spagna, hanno risposto così: “Il progetto ha portato una trasformazione nelle nostre vite, e tanti frutti. Quello che i ragazzi hanno appreso grazie agli stage tornerà a sostenerli e a motivarli anche in futuro, ne siamo certe. Anche noi insegnanti ci siamo messe in gioco e siamo state felici di condividere questa esperienza con i ragazzi e vederli crescere, essere autonomi, sviluppare le loro competenze umane e professionali”.

Dati e collaborazioni

ET Exploring Talent è l’ultimo dei 6 progetti europei, da poco concluso, con cui, dal 2009 ad oggi, Volontarimini ha permesso la realizzazione di esperienze formative in ambito europeo tramite i programmi Leonardo ed Erasmus+, rivolte a 531 giovani con bisogni speciali e 97 professionisti e volontari che operano nell’ambito dell’inserimento lavorativo di persone disabili o con disagio mentale. Spiega Gianvito Padula, coordinatore progetti europei di Volontarimini: “Obiettivo importante di questi percorsi è offrire esperienze formative valide a giovani con bisogni speciali in particolare rispetto al loro confronto con il mondo del lavoro.  Il contesto europeo diventa per ciascuno di loro anche una sfida perché hanno la possibilità di realizzare un’esperienza pratica in ambito lavorativo europeo e di consolidare conoscenze, competenze e abilità individuali”.

Hanno collaborato 7 associazioni che gestiscono i Csv nelle regioni Emilia-Romagna e Marche: oltre a Volontarimini (ente promotore), anche Ass.I.Prov (Forli), Associazione servizi per il volontariato ( Modena); Dar voce (Reggio Emilia), Forum solidarietà (Parma), Svep (Piacenza) e Avm (regione Marche).

7 anche le scuole coinvolte, in particolare: Istituto tecnico industriale per geometri “Belluzzi da Vinci” di Rimini, Istituto “Roberto Ruffilli” di Forlì, Liceo “Galvani Lodi” di Reggio Emilia, Liceo “Attilio Bertolucci” di Parma, Istituto tecnico economico “Romagnosi” di Piacenza, Istituto tecnico statale commerciale e per geometri “Corinaldesi” di Senigallia.

Il progetto ET si conclude quindi con successo, ma l’impegno in Europa di Volontarimini non finisce qui. Anzi, in cantiere tanti progetti e nuovi opportunità formative e di scambio che ci auguriamo di poter offrire a un numero sempre maggiore di giovani.

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