Creare oltre le difficoltà
La tirocinante di VolontaRomagna Laura Ciccioni ha incontrato Marilena di Mani di Sla durante le sue vacanze. La sua storia di volontariato l’ha colpita e ha deciso di raccontarcela con la delicatezza e la sensibilità che contraddistinguono i suoi testi
A Cupra Marittima, cittadina poco distante da Ascoli Piceno, ho incontrato Marilena, una signora affetta da Sla che ha trovato nella creazione di bracciali e accessori un modo per aiutare le persone in difficoltà. Nonostante i mille ostacoli, la mia amica non si è arresa e assieme ad un gruppo di volontarie ha dato vita a “Mani di Sla”, organizzazione che cerca di sensibilizzare sulla problematica vendendo manufatti e regalando così un sorriso ai sostenitori.
Com’è nata Mani di Sla? Puoi raccontarci la sua storia?
Nel 2019, dalla consapevolezza che sono ancora in grado di usare le mani, rispetto a tanta gente con la stessa patologia che ha perso questa capacità. Non utilizzarle mi sembrava uno sberleffo verso chi non può più, quindi volevo farlo per un nobile scopo. Ho sempre fatto lavoretti per realtà come associazioni, gruppi di quartiere eccetera, quindi ad un certo punto ho contattato tutta una serie di persone con familiari malati di Sla e ho proposto loro di allestire un mercatino, col quale avremmo potuto ottenere finanziamenti per un pellegrinaggio. Poi è arrivato il Covid che ha cambiato tutti i piani, quindi i soldi li abbiamo dati ad Aisla e ad altre associazioni della provincia di Bergamo, dove vivo, oltre ad un progetto che aiuta bambini bisognosi di supporto psicologico perché in difficoltà nell’accettare la malattia dei genitori.
In che modo la creazione di oggetti aiuta a contrastare la malattia?
Quando si crea non si pensa alla malattia e ai suoi risvolti; è un momento in cui sta prendendo forma qualcosa che prima non c’era e quindi non ragioni su quello che ti sta capitando, aldilà della bigiotteria, comunque, la cosa più importante è il pensiero che quello che stai creando, quando viene visto da qualcuno i cui occhi s’illuminano di meraviglia, ti rende felice ed è il più bel ringraziamento che ci possa essere, ti fa sentire proprio appagato.
Quali sono i punti di forza e le difficoltà di questo gruppo di volontarie?
La nostra forza è non essere sole e sapere che tanta gente apprezza le nostre creazioni. Le persone si affidano a noi perché sanno che il ricavato va interamente in beneficienza e quindi ci chiedono sempre dei lavori. Il maggiore momento di difficoltà, per me, si verifica quando non ho nuove idee da progettare.
Puoi raccontarci qualche aneddoto significativo in tanti anni di attività?
Nel primo mercatino di Natale che abbiamo fatto, abbiamo venduto numerosi oggetti a Romano di Lombardia, frazione di Treviglio, in una piccola succursale dell’ospedale. Nella città hanno saputo di questa iniziativa e ci hanno chiesto se potevamo replicarlo anche lì, quindi ci siamo spostati, cosa che ha provocato le lamentele dei nostri acquirenti di Romano. Da allora, un anno ci troviamo a Romano e l’altro andiamo a Treviglio.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
Ci auguriamo di inventare sempre manufatti nuovi e originali e di continuare a stupire la gente con le nostre creazioni.
Se volete conoscere meglio Mani di Sla visitate la loro pagina Facebook.