Csv al centro della Riforma

11 Apr 2016

I Centri di servizio per il volontariato svolgeranno un ruolo sempre più importante comemotore del volontariato”. Con queste parole il senatore Stefano Lepri, relatore del Ddl di Riforma del Terzo settore appena approvato al Senato, ha commentato il Report sulle attività dei CSV nel 2014 presentato il 7 aprile 2016 da CSVnet in una conferenza stampa a Palazzo Madama. Presente anche il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba (che più di tutti nel governo ha seguito l’iter della Riforma), il quale ha aggiunto: “I dati contenuti in questo lavoro molto analitico ci aiuteranno a scrivere i decreti attuativi della legge, che dovrebbe essere licenziata dalla Camera entro maggio, evitando di fare delle norme astratte”.

La conferenza – i cui dati essenziali si possono leggere in sintesi sul sito di CSVnet – era iniziata con l’illustrazione del Report da parte del direttore di CSVnet, Roberto Museo, il quale ha sottolineato, tra l’altro, la profonda ramificazione dei CSV nei loro 20 anni di esistenza, il raddoppio dei singoli cittadini che si sono rivolti ad essi e il ruolo dei CSV come “amplificatori” delle attività sul territorio di oltre 43 mila realtà, per tre quarti organizzazioni di volontariato e per la maggior parte di piccole dimensioni.

Stefano Tabò, presidente di CSVnet, ha rimarcato la coincidenza della presentazione con l’approvazione della Riforma al Senato, “che amplia la base dei destinatari dei servizi erogati dai Centri di Servizio, pur mantenendo la peculiarità dei CSV quali soggetti governati in maggioranza dal volontariato”. E ha aggiunto: “Il sistema dei CSV entra ora in una nuova fase: aumentano i compiti, ma calano le risorse e si erodono anche le riserve accantonate negli anni scorsi. È un dato che ci preoccupa. Finora, l’accordo tra Acri/Volontariato ha regolato responsabilmente questi aspetti, ma il suo effetto finisce con il 2016. Saremo più precisi nei prossimi mesi, ma intanto se saranno confermate le stime sul calo della redditività delle fondazioni di origine bancaria (che finanziano le attività in base a quanto previsto dalla legge 266/91) le cose si metteranno male”.

I cambiamenti che saranno prodotti dalla Riforma sono stati ovviamente al centro degli interventi dei due politici presenti. Secondo il sen. Lepri, “il terzo settore entrerà nella ‘fase 2’: un fenomeno che ha radici secolari, ma a cui il Parlamento ha dedicato attenzione solo negli ultimi 30 anni, potrà esprimersi finalmente come un solo corpo dal punto di vista della sua definizione e della normativa che lo regola, sempre salvaguardando le storie e le autonomie ideali e operative. L’investimento fatto venti anni fa dal legislatore nell’istituire i CSV è stato lungimirante e questo rapporto che oggi ci consegnate dimostra che i Centri tendenzialmente sono già allineati con quanto prevede la Riforma, prestando servizi anche alla base volontaria di moltissime realtà del terzo settore”.

Lo stesso concetto è stato ribadito dal sottosegretario Bobba, il quale ha rilevato come il cuore della Riforma sia “l’organizzazione, la promozione e la formazione di tutte le energie volontarie del nostro paese, in qualsiasi contesto si esprimano. La partecipazione alle attività dei CSV è già molto più ampia del suo confine originario e questa mission potrà ora essere svolta con maggiore agilità: i meccanismi di autocontrollo e di accreditamento che sono stati introdotti aiuteranno infatti i CSV a impiegare sempre meno tempo dietro aspetti burocratici”.

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