Dalla storia si impara…
Il volontariato di Elisa Cantori, oggi vicepresidente dell’associazione nazionale Vittime civili di guerra – Anvcg Rimini – comincia a vent’anni, esattamente nel 2018, quando la sua passione per la storia la porta a visitare Fragheto, dove nel 1944 vennero trucidati dalle truppe nazifasciste 30 abitanti e 15 partigiani, catturati nella zona nel corso degli scontri con la Brigata Garibaldi Romagnola. Qui ha conosciuto i primi testimoni, volontari di Anvcg, che avevano vissuto l’evento sulla loro pelle, tra cui Franco Leoni Lautizi, ma anche la presidente dell’associazione Marialuisa Cenci e Simona Cicioni, referente di Anvcg.
“Mi stavo laureando in Lettere e la mia tesi era proprio sulla strage di Fragheto – inizia a raccontare –. Con i volontari siamo da subito rimasti in contatto, e io sono cresciuta in associazione, prima come consigliere e oggi come vicepresidente. Molti iscritti sono anziani che hanno voglia di stare a contatto con i giovani. Mi hanno così coinvolto subito nelle loro attività: laboratori nelle scuole, convegni, spettacoli, mostre… l’ultima quella dei totem storici posti di fronte ad alcuni edifici di Rimini, per conoscerne la storia grazie a QRcode che rinviano al sito ‘La Rimini bombardata’.
Il primo laboratorio nelle scuole l’ho fatto sul tema degli ordigni bellici inesplosi. Molti pensano che sia un fenomeno del passato in realtà è attuale, non solo in Paesi in guerra, ma anche in Italia, dove ogni anno si registrano ancora delle vittime. Poi sono stata coinvolta in sempre più progetti.
In associazione vogliamo arrivare a un pubblico di giovani, in parte perché gli anziani cominciano a venire meno ma anche perché la mission dell’associazione è aprirsi all’attualità e ai conflitti odierni. Adesso stiamo collaborando con la popolazione ucraina a Rimini per il progetto ‘Testimoni di pace’. Nel laboratorio parliamo dei conflitti di ieri, ma restituiamo anche la testimonianza di ucraini che sono scappati dall’attuale guerra. L’intento non è stare sul passato ma sul presente. Ai ragazzi il progetto piace e spesso rimangono spiazzati quando vedono un testimone in carne ed ossa, si chiedono: ‘ma sei tu che l’hai vissuta davvero?’.
Mi viene in mente Gian Carlo, testimone di pace, lui all’inizio in classe, per essere più chiaro, fa vedere un video sulla Rimini bombardata e poi lascia la parola… tutti rimangono stupiti nel trovarsi quel testimone, sentito poco prima, di fronte a loro… Lo schermo mette sempre una distanza, quando si ritrovano la persona davanti è un’altra cosa, la storia prende corpo.
C’è poi Luciana che racconta di quando è rimasta intrappolata nelle macerie dopo un’esplosione ed è stata salvata dal suo cagnolino che andava ad annusare sempre in quel luogo dove l’hanno trovata… la foto del cagnolino gira poi tra i banchi, nelle mani incuriosite dei ragazzi.
Sono affascinati da queste storie e ascoltano con interesse anche il duro resoconto dei viaggi affrontati per scappare… Una volta uno studente dal nulla ha alzato la mano e ha chiesto a una ragazza ucraina semplicemente: ‘ti posso abbracciare?’. Questo ragazzino, dopo aver ascoltato, ha dimostrato completamente la sua umanità e la sua empatia con un abbraccio. Un gesto che mi ha commosso.
Quello che riusciamo a trasmettere è un parallelismo sulla brutalità della guerra di ieri e di oggi, dove la costante è la distruzione fisica dei luoghi ma anche quella morale delle persone (anche per questo l’associazione tutt’ora garantisce supporto psicologico a chi ha vissuto quegli orrori). Vengono fuori delle belle riflessioni su come preservare la pace anche nelle piccole cose. Chiediamo sempre: ‘Cosa potete fare voi per mantenere la pace in classe?’. Si finisce per confrontarsi su come gestire i conflitti in aula, per trovare soluzioni che possano mettere in dialogo i bisogni dell’uno e dell’altro. Si sviscerano tanti temi: il razzismo, i bombardamenti indiscriminati nelle aree urbane e i residuati bellici inesplosi …
Se il mio interesse rimaneva teorico da studiosa di questi eventi, con l’associazione ho avuto la possibilità di mettere in pratica gli insegnamenti della storia, di viverla in prima persona e di sentirmi utile. Qui si costruiscono relazioni umane tra gli associati e le persone che si incontrano nelle scuole e non solo. Ci si sente accolti”.
Elisa parla poi dell’eredità lasciata da Franco Leoni Lautizi, morto a 83 anni, testimone di Anvcg Rimini sulla strage di Fragheto, quando, sua madre partoriente, per salvarlo, gli fece da scudo umano.
“Franco, nonostante la sua vita difficilissima, riusciva a raccontare quelle atrocità con pacatezza. Non c’era mai rabbia, ma mitezza nelle sue parole. Ci ha insegnato il ‘perdono’. Per anni ha vissuto in un sentimento di vendetta. Quando però ha avuto la possibilità di confrontarsi con ragazzi tedeschi è nata in lui la consapevolezza che anche loro erano delle vittime. Solo in quel momento è riuscito a comprendere quello che era successo e a perdonare per quello che gli era stato tolto. Questo lo ricordava ogni volta: nelle scuole, nelle conferenze… Anche durante il Covid, quando si era munito di tutte le attrezzature per fare incontri online. Era sempre presente.
Non era facile né scontato per lui riaprire costantemente quella ferita, la sua voce bassa era però calda e commossa, così come chi lo ascoltava. Il suo legame con la mamma, nonostante la perdita da così giovane, era ancora forte nella poesia che le aveva dedicato, che non riusciva mai a rileggere in prima persona. Ci ha lasciato la capacità di comprendere e perdonare ma anche la grande volontà di raccontare eventi forti affinché i giovani possano attivarsi perché queste cose non succedano più.
Ci ha fatto comprendere cosa significa: ‘imparare dalla storia affinché le cose non si ripetano’. Sembra una frase scontata. Però è vero che nella storia ci sono circostanze comuni e conoscendo eventi del passato si possono evitare eventi drammatici nel presente”.
Per conoscere meglio l’associazione e i progetti nelle scuole è possibile visitare il sito www.anvcgrimini.it, www.anvcgdidatticaperlapace.it o scrivere a info@anvcgrimini.it