Erasmus in autonomia

Autonomia è anche la capacità di mettersi in gioco in contesti fuori dalla nostra quotidianità. Non è semplice per nessuno, ma ancora di più per ragazzi delle superiori con le loro fragilità. Con i progetti Erasmus+, finanziati dall’Unione europea, VolontaRomagna vuole dare proprio a questi giovani l’occasione di sperimentarsi all’estero, vivendo esperienze formative e professionalizzanti in vari ambiti (turismo, ristorazione, moda…) e imparando, al contempo, a interagire con culture differenti in un’altra lingua all’interno di contesti lavorativi.
Dalle voci dei protagonisti che hanno aderito in questi anni, il riscontro è positivo nonostante le difficoltà che inevitabilmente si incontrano. Gli studenti crescono, infatti, non solo in termini di competenze, ma anche in autonomia diventando protagonisti attivi del proprio futuro e imparando a gestire le criticità che si presentano.
Laura Ciccioni, tirocinante di VolontaRomagna, ha intervistato Paola Ugolini insegnante del “Marco Polo” di Rimini che ha preso parte al progetto Erasmus con una mobilità in Irlanda, per raccontare la sua esperienza.
Quale importanza ha avuto il tirocinio svolto per i ragazzi? Quali nuove competenze hanno acquisito?
Hanno imparato a lavorare in gruppo nel realizzare un prodotto finale e ad essere autonomi nel gestirsi quotidianamente. Hanno inoltre saputo dimostrare responsabilità, puntualità e sviluppato competenze comunicative nella lingua inglese, dovendosi rapportare con le famiglie ospitanti e con gli organizzatori. In più hanno potenziato le competenze interculturali, alla scoperta di un paese diverso dal proprio per usi, costumi, tradizioni, riuscendo ad interagire anche con le persone del luogo. Hanno approfondito tematiche disciplinari, avendo la possibilità di scoprire le varie opportunità turistiche e alcune strutture ricettive della zona.
Cosa ha colpito di più i ragazzi tra le attività formative che hanno svolto?
I nostri studenti frequentano un istituto tecnico per il turismo, quindi a loro sono piaciute particolarmente le uscite in natura e le gite sul territorio, ad esempio le visite di Dublino e Galway. Tra le attività che sono state proposte, in particolare il corso di teatro è stato accolto molto positivamente: nonostante l’imbarazzo iniziale, si sono cimentati in momenti d’improvvisazione, inventando delle scenette che poi hanno recitato. Hanno inoltre partecipato ad un laboratorio di arte, che li ha portati a realizzare un logo, prendendo ispirazione dalle loro visite in città. In generale comunque si sono messi in gioco, venendo coinvolti attivamente in ogni esperienza vissuta.
Quali riscontri avete avuto dai ragazzi sull’esperienza fatta?
Tutti i ragazzi ci hanno riferito di aver vissuto una bellissima esperienza; addirittura per qualcuno è stato un viaggio che gli ha cambiato la vita, come per una studentessa che ha deciso di frequentare l’università proprio in Irlanda, a Dublino. Socializzare e rapportarsi con un altro ambiente, per loro è stato un vero e proprio “trampolino di lancio”. Anche le famiglie che li hanno ospitati ci hanno ringraziato per l’esperienza fatta. Ancora oggi, a distanza di tempo, incontro studenti che mi ricordano quanto per loro sia stato stupendo e gratificante quel soggiorno. È stato anche per molti un percorso evolutivo: l’esperienza ha avuto un impatto positivo sull’apertura nei confronti del prossimo, facendo loro acquisire maggiore fiducia in sé stessi, che si è esplicitata in un grande entusiasmo per tutte le attività proposte.
Un aneddoto particolare che ha contraddistinto il viaggio?
Abbiamo parlato molto con i ragazzi dell’importanza della gentilezza e del mostrarsi cordiali con gli altri; per questo abbiamo deciso di comune accordo, l’ultimo giorno in Irlanda, di offrire la cena ai referenti che ci hanno seguito in questo percorso. Quando eravamo lì, poi, inaspettatamente, il responsabile irlandese dell’organizzazione ci ha comunicato che eravamo tutti suoi ospiti, quindi alla fine ha pagato lui la cena per tutti noi e non viceversa. I ragazzi sono rimasti molto colpiti dalla generosità di Paul, dall’impegno di Tara nel rendere il loro soggiorno indimenticabile, dalla simpatia di Steve, il maestro di teatro, dall’accoglienza delle famiglie ospitanti, che li hanno accompagnati sia nei luoghi del paese, sia in un vero e proprio percorso di crescita.
A voi insegnanti, invece, cosa ha donato questa esperienza?
Io e il mio collega ci siamo trovati molto in sintonia sia nel definire le varie attività da organizzare giorno per giorno, sia nel gestire il gruppo. Penso che ci sia rimasto sicuramente il bel ricordo del viaggio in un paese che nessuno dei due conosceva e la consapevolezza di aver esplorato una cultura diversa dalla nostra. Siamo anche riusciti a gestire insieme una comitiva compatta ed equilibrata, coordinando e guidando studenti, che avevano ciascuno le proprie esigenze. L’estrema disponibilità della nostra famiglia irlandese e la sua calda accoglienza ci sono rimaste nel cuore. Abbiamo anche rispolverato il nostro inglese; in generale, quindi è stata un’esperienza significativa e ne siamo rimasti contenti e soddisfatti.