Evviva il volontariato
Alfonso (nella foto) è un volontario dell’associazione Luce a Bellaria Igea-Marina (Rn). Opera al fianco di persone e famiglie che affrontano percorsi di malattia duri e difficili. Ci racconta cosa significa per lui fare volontariato: qualcosa che ti permette di vivere la pienezza dell’umanità, in tutte le sue dimensioni ed emozioni, dalla gioia alla sofferenza. Un percorso per la realizzazione di sé stessi, per diventare agenti di cambiamento, superando difficoltà ma consapevoli di una vita ricca di soddisfazioni.
“Fare volontariato significa mettere a disposizione il proprio tempo, la propria energia, la propria competenza, in favore di qualcun altro, solitamente di qualcun altro a noi sconosciuto, senza aspettarsi ricompense o ringraziamenti. Solo avendo chiara questa premessa, il volontariato può pienamente assumere quella importanza e quella maturità che già riveste nella vita di milioni di italiani. Solo sapendo quale è lo scopo reale, si possono trovare le motivazioni che ci aiutano a superare le difficoltà che la scelta volontaria inevitabilmente produce, e che ci permettono di apprezzare pienamente tutti i benèfici del volontariato. Quali? Il piacere di stare in compagnia, di conoscere nuove persone, di fare nuove amicizie di mettersi alla prova, di acquisire nuove conoscenze e capacità.
Ma come detto sopra tutti questi aspetti positivi diventano tali solo se c’è la consapevolezza del significato e delle difficoltà che la scelta volontaria produce. Ciò è vero per tutti i tipi di volontariato, ma lo è ancora di più per quelle associazioni che operano in campo sociosanitario, a contatto quindi con realtà di dolore, di paura, di sofferenza. E lo è ancor di più in questi anni dove, finiti i tempi ‘pionieristici’ in cui era sufficiente la ‘buona volontà’, al volontario viene richiesta una preparazione, una formazione, e diciamolo pure, una ‘professionalità’ maggiore.
Le difficoltà che molte persone adducono di fronte all’opportunità di entrare a far parte di un’associazione di volontariato sono soprattutto due: la mancanza di tempo e l’inadeguatezza a sostenerne le diverse attività.
Il tempo… In una società frenetica come la nostra, in effetti ci sentiamo spesso in perenne ritardo. Sempre mille cose da fare, mai il tempo per farle. Come sarà mai possibile riuscire a fare anche del volontariato? Eppure, se ci fermiamo un attimo a pensare, forse capiamo che abbiamo tanto di quel tempo che neanche ce ne rendiamo conto. E, guardando i volontari attivi in qualsiasi associazione, notiamo che sono persone normali, con i problemi di tempo che tutti hanno, ma che lo spazio da dedicare al volontariato lo trovano sempre. Anzi, non è raro trovare persone che, pur avendo il proprio lavoro, la propria famiglia, i propri hobby, trovano comunque tempo e spazio per impegnarsi in più attività di volontariato contemporaneamente (dal soccorso all’associazione sportiva, dall’oratorio all’assistenza sociale).
La preparazione… Soprattutto in attività sociosanitarie, il rischio di vedersi inadeguati è dietro l’angolo. A chi oggi opera in attività di soccorso, di assistenza a persone bisognose, è richiesta una preparazione molto seria. Una preparazione seria non significa che si debba divenire medici, infermieri o psicologi. Siamo spesso noi stessi che ci facciamo troppe paure: in realtà ognuno di noi con un po’ di preparazione e buona volontà può divenire un buon soccorritore. Senza contare che esistono comunque molte possibilità di impiego più tranquille, adatte anche ai cuori meno impavidi.
In definitiva pensiamo di poter dire che per essere volontari non c’è bisogno né di molto tempo libero né di una preparazione fenomenale: serve solo un po’ di buona volontà, e di consapevolezza dell’importanza e della necessità di ciò che si fa.
Il diritto alla salute e all’assistenza in caso di bisogno è appunto un diritto inalienabile garantito dallo Stato, dalla nostra società. Essere volontari significa però andare oltre la semplice richiesta di diritti. Essere volontari significa innanzitutto essere coscienti del proprio ruolo e dei propri doveri nei confronti della società. Significa rivendicare il ruolo attivo del cittadino e dell’associazionismo nella società, garantito dalla Costituzione Italiana. Significa essere coscienti che se tutti ci impegniamo in attività solidaristiche, è l’intera comunità che ne trae vantaggio, e con essa anche noi stessi. Significa capire che non dobbiamo aspettare che siano gli altri a darsi da fare, ma che ognuno di noi in prima persona si sente responsabile di farlo. Significa riflettere, quando ci lamentiamo che le cose non funzionano, se noi abbiamo fatto tutto il possibile per farle funzionare.
In conclusione ecco perché, sperando di non avervi annoiato, né di esservi sembrato retorico, con queste poche righe non dico di fare volontariato in una associazione piuttosto che un’altra. Voglio solo invitare tutti a riflettere un attimo sull’importanza di questa scelta.
Il mio augurio è che per tutti la scelta non sia sul ‘se’ fare volontariato, ma solo sul ‘dove’ farlo:
Evviva il volontariato”.