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Il volontariato in Europa

17 Gen 2011

Una percentuale molto vicina a quella del 2006 (pari al 34 per cento) anche se il trend è in diminuzione.
Di questi volontari, quasi un terzo è impegnato in club o associazioni sportive, mentre il 22 per cento opera in realtà culturali, educative o artistiche. L’attività in un’associazione caritativa e di aiuto sociale è invece pari al 17 per cento delle risposte, di queste ultime il 16 per cento è legato a organizzazioni religiose. Un altro 13 per cento di volontari opera poi all’interno di sindacati. Sono il 9 per cento le persone impegnate in attività ambientali, l’8 per cento quelle che promuovono iniziative per l’impiego del tempo libero degli anziani. Mentre il 7 per cento dei volontari è impegnato in gruppi a difesa di interessi particolari e il 6 per cento in attività di solidarietà internazionale. Invece il 5 per cento opera poi in un’associazione a sostegno di persone malate e disabili.
Una panoramica che delinea un approccio molto diverso rispetto al mondo del volontariato organizzato italiano. Un settore che si distingue per statuto e caratteristiche dalle associazioni sportive e di promozione sociale, queste ultime spesso legate ad attività di promozione culturale.
Per quanto riguarda la distribuzione dei volontari, i paesi dove è più praticata un’attività solidale sono i Paesi Bassi con il (54 per cento di risposte affermative), la Danimarca (52 per cento) e la Svezia (52 per cento). Tra i paesi candidati all’Unione spicca l’Islanda con il 75 per cento. In Italia la percentuale si aggira intorno al 24 per cento. Per la maggior parte il volontariato è svolto da persone diplomate con un livello economico agiato.
Rispetto all’importanza del volontariato nella società, gli europei considerano che questo abbia un ruolo fondamentale in particolare nell’aiuto umanitario (34 per cento); nel sistema sanitario (24 per cento); nell’integrazione sociale delle persone svantaggiate (20 per cento); nella difesa dei diritti dell’uomo (20 per cento). Seguono l’ambiente (18 per cento), lo sport (16 per cento) e l’educazione-formazione (14 per cento). A Cipro (68 per cento) o, in Slovenia (56 per cento), Svezia (54 per cento), Spagna (54 per cento), Francia (47 per cento), Portogallo (45 per cento) e Repubblica Ceca (44 per cento) il settore che emerge è quello dell’aiuto umanitario. Per italiani (30 per cento), paesi bassi (44 per cento) e lituani (31 per cento) l’azione dei volontari ha invece particolare rilevanza nel sistema sanitario. I Finlandesi citano in primo luogo l’integrazione sociale delle persone svantaggiate, mentre in Grecia e in Estonia è l’ambiente a giocare un ruolo strategico. Lo sport è poi l’ambito principale individuato da danesi e irlandesi. Solo la Gran Bretagna mette infine al primo posto l’educazione e la formazione.

Scarica qui la breve sintesi dei report relativi ai paesi oggetto della ricerca coordinata dallo Spes – Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio

 

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