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Il volontariato oltre le frontiere

28 Mag 2012

A Bologna si è chiusa domenica 27 maggio 2012 la Conferenza Annuale di CSVnet, dedicata quest’anno al tema “La frontiera dei territori”. 250 iscritti, 6 gruppi di lavoro concentrati sul futuro assetto dei Csv, 2 testimonianze di volontariato internazionale e una tavola rotonda per riflettere sulle tante esigenze e volontà che animano il vasto mondo del volontariato. Questi i numeri ed i contenuti dell’importante appuntamento della rete dei Csv, che ha ricevuto anchel’augurio del presidente della Repubblica, tramite il Segretario Generale, Donato Marra.

Alla ricerca di nuovi modelli d’innovazione e sviluppo: la rete dei CSV presenta nuove collaborazioni con il profit 
La giornata di sabato 26 maggio si è aperta con la presentazione di alcuni importanti progetti e protocolli d’intesa, avviati da CSVnet, al fine di essere sempre di più al servizio della rete dei Csv, che quotidianamente opera a favore dello sviluppo del volontariato italiano. Davide Minelli ha illustrato le opportunità (pc gratuiti e licenze software a costi accessibili) offerte dall’accordo fra CSVnet e Banco Informatico Tecnologico Biomedico che da oggi potranno essere promosse anche a tutte le organizzazioni della rete dei Csv, la cui base sociale raccoglie più del 50% del volontariato italiano. 
Giorgio Povegliano, dirigente della Rete Ferroviaria Italiana – Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ha presentato il progetto che, grazie alla collaborazione con la rete dei Csv, consentirà di implementare l’accesso al mondo del volontariato e del terzo settore alle cosiddette “stazioni impresenziate”, spazi e locali dismessi da poter riqualificare con attività di utilità sociale. 
Sandro Pasqual, Direzione regionale Siae Emilia-Romagna ha infine illustrato l’accordo che consentirà ai Csv di accedere a tariffe agevolate sugli oneri dei diritti d’autore per la realizzazione di manifestazioni e spettacoli realizzati per fini sociali. 

Territori e modelli organizzativi, guardando l’Europa. La rete dei Csv si confronta con il volontariato internazionale 
I territori, quelli che abitano i Csv con il loro lavoro quotidiano e stratificato, si fanno frontiera per essere attraversati e per far incontrare bisogni e far nascere opportunità. Un’attitudine che incrocia anche esperienze altre, come testimoniano gli interventi di Marina Sarli, italiana adottata dalla Grecia, fondatrice e presidente di Fair Trade Hellas e diAbdessamad El Jaouzi, 32enne presidente del Cantiere dei Giovani Italo Marocchini, intervistati dal giornalista Rai Giovanni Anversa. I loro interventi hanno offerto alla platea di CSVnet uno spaccato delle realtà di volontariato nel Mediterraneo, alle prese con la primavera araba, le sue origini e i suoi effetti, e con la crisi socio-economica. 
Secondo Marina Sarli, a differenza di quanto avviene in Italia anche attraverso il sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato, in Grecia non esiste “una vera politica nazionale strategica per lo sviluppo e il riconoscimento delle reti di volontariato e del terzo settore, delle figure che operano in esso con competenze spesso professionali; non c’è la voglia di pensare un approccio nuovo che veda operare insieme terzo settore e società civile per lo sviluppo di politiche locali e nazionali”. Tuttavia nella crisi socio-economica che la popolazione ellenica sta vivendo, un segnale positivo e di speranza per il futuro, arriva proprio dalla società civile. “Con l’esponenziale aumento delle necessità di aiuti a gruppi socialmente svantaggiati – spiega ancora Marina Sarli – si è creato un terreno fertile per la nascita di reti sociali di supporto e azione. Uno dei tanti esempi sono le cucine collettive di Atene che si ritrovano in piazza, spesso inseguiti dalla polizia, per far da mangiare ai poveri. È incoraggiante vedere come la società greca abbia reagito dimostrando tempismo e spirito d’iniziativa”. 
Abdessamad El Jaouzi, nato a Marakech, cresciuto in Italia, ha parlato del ruolo che le nuove generazioni hanno avuto nella primavera araba in Marocco: “Sono stati i giovani ad avviare il processo che ha portato al cambiamento, sono loro che hanno chiesto una svolta decisiva – ha detto il presidente di Cgim. Parlando di integrazione e seconde generazioni El Jaouzi ha inoltre ribadito come l’integrazione debba essere un processo attivo per i nuovi arrivati ed in questo “il terzo settore deve lavorare di più affinché siano creati scambi e relazioni produttive. Piuttosto che esportare la democrazia, sarebbe importante favorire un processo di esportazione di modelli, esempi e buone pratiche del volontariato europeo nei paesi del Mediterraneo. Le associazioni di origine straniera presenti in Italia in questo senso possono dare un grande contributo”.

Presentato il Catalogo di CSVnet. Il commento di Giuseppe Guzzetti, presidente Acri 
Sempre la mattinata di sabato ha visto poi la presentazione del Catalogo di CSVnet, una raccolta dei saperi, delle conoscenze e delle migliori buone prassi dei Csv che ha l’obiettivo di costruire un patrimonio di esperienze da condividere tra la rete, al fine di realizzare percorsi di crescita e di scambio. Un lavoro che si propone di portare all’attenzione degli stakeholder di CSVnet, dati e conoscenze in grado di sostenere l’innovazione e il progresso del volontariato stesso, riconoscendo l’azione dei Csv a sostegno di tali percorsi. Sono 280 i progetti, le iniziative e buone prassi di cui si compone il Catalogo, divise per ambiti di intervento quali: la formazione, la promozione del volontariato, l’analisi e la ricerca. Più di 60 fra questi progetti sono stati realizzati con fonti alternative di finanziamento. “Questo risultato conferma l’impegno che il sistema dei Csv si è dato per affrontare l’attuale situazione di crisi e il drastico ridimensionamento delle risorse a disposizione; un’azione di ripensamento e rimodulazione nel tentativo di individuare ulteriori strumenti e fonti a cui attingere per proseguire nell’attività di sostegno e qualificazione del volontariato” ha evidenziato Stefano Tabò il presidente di CSVnet. 
Una proposta di stimoli apprezzata anche dal presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, che nel salutare l’assemblea ha ribadito l’importanza del sistema composto da Volontariato, Fondazioni e Csv come insostituibile presidio, nell’insieme del terzo settore, per rispondere ai bisogni sociali rispetto ad un welfare pubblico che rischia l’estinzione.

La rete dei CSV e il volontariato a confronto 
Nel pomeriggio, è stato possibile condividere impressioni, opinioni e istanze provenienti dall’esterno, dai diversi soggetti che insieme ai Csv operano nel volontariato. 
Il volontariato non è un lusso – ha detto Emma Cavallaro presidente di ConVol – Conferenza Permanente, Associazioni, Federazioni e reti di Volontariato – ma una realtà da sviluppare al meglio“, invitando tutti i soggetti coinvolti a reinventarsi, adeguandosi alle esigenze del presente. 
Il volontariato è un percorso di cura” è stato l’eco di Fausto Casini, coordinatore della Consulta del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore, che ha così portato la riflessione su un altro piano, quello dell’educazione al riconoscimento reciproco come strumento di apertura. 
Un appello a non rassegnarsi è giunto invece da Antonio Miglio, vicepresidente Acri, che ha proposto di individuare nuovi percorsi di collaborazione tra Csv e Fondazioni. In questo quadro interpretativo anche l’intervento di Carlo Vimercati, presidente Co.Ge., che ha valorizzato la necessità di continuare a promuovere l’attività volontaria sui territori. Infine Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, in un messaggio fatto pervenire all’assemblea (non avendo potuto garantire la sua presenza), ha rilanciato l’ulteriore compito a cui sono chiamati a rispondere le realtà sociali di volontariato e terzo settore, che ”non debbono solo garantire coesione sociale, ma anche sviluppare processi di nuova partecipazione, volti a far rinascere nei cittadini la speranza che il cambiamento sia possibile, che la via d’uscita dalla crisi stia in soluzioni che si possano trovare attraverso la condivisione sociale e la responsabilità condivisa”.

La Conferenza si è conclusa domenica 27 maggio con l’assemblea dei soci, che ha accolto questi e altri spunti, si è concentrata sulla sua articolazione interna, attraverso le riflessioni e gli snodi da affrontare emersi all’interno dei gruppi di lavoro realizzati il venerdì pomeriggio. Questi i temi a cui erano dedicati: dimensione territoriale e modelli organizzativi; Europa; innovazione e sviluppo; nuove tecnologie; progettazione sociale; promozione.

Su tutto è emersa con più forza l’esigenza di coesione, la necessità di lavorare insieme, presentarsi come soggetto unico, portatore di competenze e, soprattutto, di fatti, quelli di gente che ogni giorno impegna il proprio tempo, risorse ed energie per gli altri.

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