I volontari si sa, sono sempre propositivi e pronti all’azione. Così, quando si è presentata l’occasione, alcuni di loro, già attivi anche all’interno dell’associazione Volontari soccorso in mare, in autonomia sono partiti con un pullman. Meta: il confine tra Romania e Ucraina. Obiettivo: portare in salvo una cinquantina di mamme e bambini, vittime della guerra.
Insieme all’associazione Italia Ucraina Maidan si è infatti cercato di attivare un corridoio verde aprendo un canale di comunicazione nella frontiera rumena. Sono stati diversi i giorni di preparazione: controllo dei documenti, contatti con i volontari attivi nel paese, accordi con gli alberghi locali pronti per l’accoglienza. Coinvolte anche attività di import export per la raccolta e stoccaggio di materiali e beni di prima necessità come indumenti caldi e alimenti. Un primo viaggio è già stato fatto. Il secondo, purtroppo, non è andato a buon fine.
Angelo Comuniello così racconta l’esperienza vissuta.
“Siamo molto attenti. Nella fase preliminare controlliamo tutti i documenti, soprattutto dei minori, sempre accompagnati dalle loro mamme. È poi fondamentale per noi essere riconosciuti dai profughi, per questo è indispensabile l’intermediazione di qualche associazione ufficiale in loco che garantisca la sicurezza del corridoio. Trattandosi di donne e bambini è fondamentale che sappiano di quale organizzazione facciamo parte e, in questo, è sicuramente molto importante anche l’attivazione dei familiari già in Italia.
A ogni viaggio le aspettative sono tante. Il bagagliaio è pieno di indumenti caldi e coperte. Là è infatti molto freddo. Ci siamo trovati in una zona con diversi centri di accoglienza. Un gran via vai di pullman e camion. Le persone si imbarcano per le destinazioni più disparate in Europa (principalmente Germania e Polonia) ma anche per l’America e il Canada. Hanno quasi sempre poche cose, giusto uno zainetto in spalla. Sono famiglie come noi, che dall’oggi al domani hanno perso tutto.
Una volta in Italia, grazie alla collaborazione con Riviera Sicura, le persone che arrivano vengono subito registrate e segnalate alla prefettura. Si attiva poi la procedura in questura per i permessi di soggiorno mentre con l’Ausl quella per gli aspetti sanitari. Con altre associazioni si organizza invece la distribuzione dei pasti, degli indumenti e attività di animazione.
Difficile raccontare la delusione del nostro secondo viaggio. Ci è rimasta la magra consolazione di essere riusciti a consegnare il materiale caricato”.
Chi vuole attivarsi per sostenere questo gruppo di volontari può contattare Volontari Soccorso in Mare, tel. 346 6371475.