A pochi chilometri da Rigopiano, che in questi giorni ci ha tenuto tutti con il fiato sospeso tra tragedia e speranza, sorge la piccola frazione di Colledoro.
Una località nel comune di Castelli, in provincia di Teramo, che si lega in maniera forte al mondo del volontariato riminese.
Proprio a Colledoro sorgono infatti una casa d’accoglienza e un centro d’aggregazione voluti da Carlo Tedeschi, presidente della Fondazione Leo Amici di Rimini.
La situazione a Colledoro come in tanti comuni del centro Italia è stata drammatica: oltre 2 metri di neve hanno sommerso il paese, le strade inagibili, le abitazioni prive di riscaldamento ed energia elettrica. E, ad aggravare la situazione, lo sciame sismico che continua a gettare terrore in questa terra così martoriata.
I volontari dell’associazione Dare, braccio operativo della Fondazione Leo Amici, hanno aperto le porte del centro di aggregazione di Colledoro alla popolazione: sono state 80 le persone accolte a dormire nel centro (anziani, famiglie, bambini).
Racconta Mahiri Arcangeli, consigliera della Fondazione: “Questa tragedia ha spinto le persone ad unirsi e ritrovarsi insieme. Ognuno mette in comune e condivide quello che ha: un ristorante ha messo a disposizione di tutti la cucina per preparare da mangiare, si condividono posti letto e provviste”.
“Il compito dei volontari dell’associazione Dare – prosegue Mahiri – è quello da un lato di prestare un aiuto pratico ma anche e soprattutto di offrire ascolto e sostegno alla popolazione, duramente provata da queste lunghe giornate di isolamento e disagio”.
I volontari riminesi partono per Colledoro a piccoli gruppi. Non sempre raggiungere la cittadina è possibile, qualche giorno fa un cavo dell’alta tensione caduto in strada ha bloccato una squadra di volontari partiti da Rimini.
A Colledoro da settembre vive anche Giovanni Giannone insieme alla moglie, entrambi volontari di “Dare” stanno coordinando gli aiuti e l’assistenza.
“Man mano che la neve si scioglie e la situazione torna alla normalità, emergono i danni provocati da questa ondata di maltempo davvero senza precedenti”, spiega Giovanni. “Tetti crollati, capannoni distrutti e ancora tanta paura del terremoto. Per questo è importante tenere alto anche l’umore della popolazione. Qualche giorno fa abbiamo portato i bambini del paese a divertirsi con lo slittino, è stato emozionante vederli di nuovo sorridere”.
Per fortuna la struttura dell’associazione è antisismica e ha permesso a tante persone di trovare riparo. Tra i volontari, al momento quindici coppie che stanno facendo avanti e indietro da Rimini, ci sono anche tecnici, idraulici, esperti di cucina.
“La gratitudine della popolazione e il loro affetto ci danno una grande forza”, conclude Giovanni Giannone. “Io e mia moglie non ci siamo mai sentiti soli e la solidarietà degli italiani non è mai mancata. Malgrado la fatica, essere qui per noi è un onore e continueremo anche nei prossimi mesi a prenderci cura delle persone che avranno bisogno del nostro aiuto”.
Nonostante il freddo e il gelo, la solidarietà continua a fiorire.