Cambia la mappa dei Centri di Servizio in Emilia-Romagna. Come sancito dalla Riforma del Terzo settore anche i nove Csv con raggio di azione provinciale, in questi due anni, hanno ragionato in termini di area vasta, cambiando l’assetto territoriale.
Così nelle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia è nato il Csv Emilia. Dall’unione di Ferrara con Modena, invece, ha preso forma il Csv Terre Estensi. Il progetto di fusione è stato votato ufficialmente nelle singole assemblee dei 5 Centri durante il mese di ottobre.
Continua poi anche il confronto tra i Centri di Rimini, Forlì e Ravenna per la nascita del nuovo Csv Romagna, per definire gli ultimi aspetti formali e operativi del processo di accorpamento. Invariata infine la situazione di Bologna, in quanto città metropolitana.
Un percorso sancito dalla Riforma
È la conclusione di un percorso sancito a livello nazionale, a partire dal 2017, con la Riforma del Terzo Settore. L’Organismo Nazionale di Controllo dei centri di servizio per il volontariato ha deciso una riorganizzazione territoriale per tutti i centri attivi in Italia, che da 65 dovranno diventare 49. Uno dei nuovi criteri imposti dalla legge è che ogni Centro di servizio debba avere un bacino di utenti di almeno un milione di abitanti. Questo ha portato a un riassetto forte in Emilia-Romagna che dal 2020 conterà 4 Csv invece dei nove precedenti.
Prossimità e vicinanza
Un aspetto fortemente ribadito da tutti gli attori coinvolti in questo processo è il presidio dei diversi territori, per rispondere alle peculiarità e alle esigenze specifiche degli associazionismi locali. Prossimità e vicinanza sono infatti due presupposti che i singoli Centri rivendicano come punto di forza per condividere e programmare interventi efficaci a favore del Terzo settore. L’esperienza maturata, quindi, in questi vent’anni di storia sarà la base per continuare a crescere insieme.
Una nuova sfida
Il processo di accorpamento, che si sta avvicinando a conclusione, non è tanto, quindi, un punto di arrivo quanto l’inizio di una nuova sfida collettiva, per continuare a sostenere il volontariato nelle sue varie forme, senza perdere le identità e il rapporto diretto con la propria terra. L’occasione è mettere in rete competenze, conoscenze e capacità al fine di rispondere ai nuovi bisogni del territorio, sempre più complessi e articolati in un mondo, quale è il Terzo settore, in continua evoluzione e trasformazione.