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“L’antimafia al femminile”

11 Nov 2013

“L’antimafia è donna”. Così esordisce nella prefazione di “Al nostro posto. Donne che resistono alle mafie”, Nando dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto, ucciso nel 1982 dalla criminalità organizzata. Nando Dalla Chiesa è professore associato di Sociologia della criminalità organizzata, Gestione e comunicazione d’impresa e Sociologia dell’organizzazione presso l’Università degli Studi di Milano. Ma anche scrittore e politico. “Al nostro posto. Donne che resistono alle mafie” ha motivato l’impegno solidale e organizzativo di In Movimento Di Comunità, Libera, Maricla, Casa della Pace e Istituto di Scienze dell’Uomo. Ludovica Ioppolo e Martina Panzarasa hanno scritto sei storie di donne che, in ambiti molto differenti, hanno intrapreso un impegno antimafia: Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace; Lucrezia Ricchiuti, vicesindaco di Desio; Cinzia Franchini, presidente nazionale di Cna Fita (autotrasportatori); Rosaria Capacchione, giornalista de “Il Mattino”; Maddalena Rostagno, figlia di Mauro; Valentina Fiore, direttrice del consorzio Libera Terra Mediterraneo. Sono storie diverse l’una dall’altra. Donne del nord e del sud, ragazze e signore. Operano in contesti pubblici, abitualmente associati a una gestione maschile, come l’economia, la politica, il giornalismo, o l’autotrasporto. Sono donne moderne e autonome. Hanno fatto una scelta, non di “rottura” rispetto a un sistema di appartenenza, ma di “coerenza” con i propri principi e ideali, con le proprie urgenze e i propri desideri. Donne che hanno scelto di fare lavori che amano. In loro il “personale” diventa immediatamente “sociale e politico”, senza bisogno di mediazioni.

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