Musica e ricordi

16 Gen 2024

#storiedivolontariato Rimini: il maestro Ermes racconta come è nata la Banda Musicale di Perticara

Laura Ciccioni, tirocinante di VolontaRomagna, ha intervistato il maestro della Banda Minatori di Perticara, un racconto che pesca nelle radici della nostra storia per restituirci il valore non solo artistico della musica

Un corso di musica gratuito, aperto a tutti i giovani per avviarli all’apprendimento degli strumenti musicali. È il progetto dell’associazione di promozione sociale La Banda Musicale Minatori di Perticara. Sono rimasta subito incuriosita dall’iniziativa, così ho colto l’occasione per incontrare, dopo tanti anni, il maestro Ermes Santolini.

Ermes, com’è nata la Banda Musicale? Può raccontarci la sua storia?

Andiamo un po’ indietro nel tempo. La prima formazione è nata nel 1860, con il coinvolgimento dei minatori che lavoravano nella Miniera di Perticara… non proprio di tutti, ma molti. L’ idea venne ai dirigenti della Montecatini per alleviare le fatiche della giornata lavorativa. I primi passi si sono mossi a Miniera, in un secondo tempo, il progetto si è esteso anche a Perticara, fino a quando si decise di accorpare i due corpi bandistici, ottenendo così un “bandone” di oltre cento elementi. Quella volta, per chi partecipava, c’era anche un interesse pratico, perché chi suonava non faceva i lavori più duri, se aveva le prove saltava il turno e veniva pagato; c’erano diverse agevolazioni. Di quella esperienza, ad oggi, si è mantenuta la scuola di musica, che la Montecatini organizzava per avere sempre nuovi elementi in banda. Tuttora stiamo portando avanti i corsi, gratuitamente, insieme a colleghe diplomate in Conservatorio, grazie a un contributo dalla Regione Emilia Romagna facciamo. La scuola ci ha fatto capire che la musica, oltre all’aspetto chiaramente artistico, ha anche un valore aggregativo, molto importante per la banda.

Qual è il segreto che ha tenuto la Banda Musicale unita per tutti questi anni?

Sono proprio i corsi musicali gratuiti. Non solo, quando l’allievo comincia a presentare una bella predisposizione e ad avere le basi tecniche per suonare uno strumento, noi glielo diamo in comodato d’uso, non facciamo spendere niente. Nel tempo, se vorrà, deciderà lui se comprarlo.

La Banda Musicale è aperta solo ai giovani oppure offre esperienze adatte a tutte le età?

È aperta a tutti, non c’è limite d’età. Io mi confronto con degli allievi “diversamente giovani” che si avvicinano per molteplici motivazioni. In certi casi l’adulto si presenta dicendo: “Suonavo quando ero ragazzo, vorrei ricominciare”. Questa è la via più semplice, perché c’è proprio la volontà di riprendere lo strumento. Altre volte arriva convinto di riuscire a suonare nel giro di una settimana e lì diventa un problema; oppure non sa nemmeno quale strumento vorrebbe approfondire, quindi noi gliene facciamo sentire diversi. Capita che, chi viene, abbia un’idea falsata di cosa sia imparare a suonare uno strumento, data dai mass-media. Noi comunque insegniamo solo strumenti che fanno parte dell’organico bandistico: strumenti a fiato (tromba, trombone, basso tuba) strumenti ad ancia (ottoni, clarinetto) e percussioni.

Può raccontarci un aneddoto che, in tanti anni, l’ha reso orgoglioso di appartenere alla Banda Musicale?

Il mio avvio nel mondo della musica è legato alla banda, quindi quando me ne hanno offerto la direzione sono stato veramente molto contento. Sono orgoglioso perché sono circondato da ragazzi con dei valori. Per quanto riguarda gli aneddoti te ne racconto uno curioso e divertente: una volta, per la festa di Santa Cecilia si andava a suonare in corteo al Bonci e a un certo punto, invece di girare a destra, un clarinettista è andato avanti: si è visto il suonatore che proseguiva da solo e si è sentito sto clarinetto nella nebbia… una scena da film “Amarcord”.

Parliamo più nello specifico del corso di strumenti musicali. Da dove nasce l’idea di proporre un corso gratuito per l’apprendimento degli strumenti musicali e quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?

L’esigenza è far vedere che la Banda c’è e ha raggiunto centocinquant’anni di attività. La speranza è che possa farne altri centocinquanta, ma lo potrà fare solo se avrà giovani che parteciperanno alle sue iniziative ed entreranno a far parte dell’organico bandistico.

Come riesce questo progetto ad arricchire chi vi partecipa e quali sono i benefici che può portare ai giovani?

Io penso che qualsiasi tipo di musica arricchisca e soprattutto tenga lontani i giovani dalla strada e dai bar che secondo me sono deleteri. E poi è qualcosa che coinvolge tutti: la Banda unisce varie generazioni.

Crede che nella società odierna la musica possa contrastare l’isolamento a cui siamo stati abituati con la pandemia? Secondo lei, qual è il potere della musica oggi?

Penso che non ci sia una risposta univoca, non abbiamo ancora chiaro fino in fondo quale possa essere il potere intrinseco della musica. Ti posso dire che sicuramente può aiutare, ma fino a quando lo stipendio di un calciatore supererà quello di un’intera orchestra sinfonica, vorrà dire che non abbiamo ben capito le priorità.

Che cosa comporta la messa a disposizione gratuita degli strumenti?

Fortunatamente abbiamo degli amici che ci finanziano: tra questi Luciano Ceccarelli, presidente della Croce Verde e poi c’è la Due Di’ di Delfini. Il nostro sostenitore più importante è comunque l’Amministrazione Comunale di Novafeltria che da svariati anni ci segue con interesse e concretamente ci sostiene. Fino a quando avremo questi amici potremo mettere a disposizione gli strumenti gratuitamente.

Una volta concluso il corso, ai ragazzi meritevoli viene rilasciato un premio o un attestato?

Un attestato. Soprattutto, però, a chi lo vuole viene concesso di suonare nella Banda.

Pensate di riproporre in futuro il progetto se avrà successo?

Questo non è un progetto “una tantum”, c’è proprio una legge regionale che promuove e regola questi corsi, quindi fino a quando avremo il contributo della Regione Emilia-Romagna, noi li organizzeremo.

Si conclude così la chiacchierata. Io ed Ermes ci salutiamo, lui è visibilmente commosso e lo sono anch’io, perché rivederlo è stato un dono grandissimo. Penso che entrambi siamo due anime molto affini, dato che crediamo nell’infinito potere della musica, capace di superare qualsiasi ostacolo.

Di Laura Ciccioni

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