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Nell’orto… solidale

19 Set 2019

È mattina presto quando nei “milleorti per la città” si inizia a lavorare: l’agricoltura, si sa, è un’attività che segue i ritmi del sole e della natura.

Il fermento è quello tipico dei campi: controllare, dare acqua e terra a quelle piantine che presto daranno frutto, raccogliere la verdura fresca una volta matura e farla trattare dalle mani dei contadini. Mani robuste e sapienti, quelle di William, oppure più delicate e paffute, quelle dei ragazzi di Casa Macanno. Già perché mentre la natura fa il suo corso negli orti, sul terreno è anche un altro seme a germogliare, quello dell’indipendenza.

Alcuni dei ragazzi che lavorando negli orti sono persone con sindrome di Down e disabilità intellettiva che arrivano ai Mille Orti per cimentarsi con la cura di un appezzamento di terra, imparare a comportarsi nel mondo del lavoro e conoscere tecniche di orticultura urbana. Si tratta di imparare a impegnarsi, ad inserirsi in un’azienda, a eseguire degli ordini e a portare a termine dei compiti; si tratta di imparare a vedere ricompensati i propri sforzi, di capire che l’impegno porta risultati, soldi e soddisfazioni, ma anche obblighi e prese di responsabilità.

Emanuele

E la lezione l’ha imparata molto bene Emanuele: un ragazzo che prima dei Mille Orti aveva solo un’alternativa al divano, quella di lavorare in un ristorante in cui gli chiedevano di pulire le vongole, senza dare fastidio agli altri dipendenti. Oggi Emanuele sgrida gli altri se non innaffiano bene e alle 9 in punto inizia il suo turno di lavoro, perché sa di avere un ruolo e ha imparato che se non svolge i compiti a lui assegnati l’intera squadra rallenta. Oggi è una risorsa e non ne guadagna solo la sua autostima ed il suo grado di indipendenza, ma anche il suo modo di concepire l’impegno e di capire cosa gli piace fare. Ha un sogno Emanuele, quello di essere promosso nel negozio: per poter interagire con i clienti e vendere loro la frutta e la verdura freschissima di cui ben conosce la qualità e la provenienza. È un chiacchierone e questa sua caratteristica, la stessa che al ristorante lo faceva isolare perché avrebbe disturbato gli altri, nei Mille Orti può diventare il suo talento da sfruttare.

Alex

Stessa cosa Alex, un altro dei giovani agricoltori dei Mille Orti. Fisicamente non è portato per il duro lavoro nei campi ma ha sviluppato un particolare ingegno nel bricolage e costruisce di tutto. Il vero successo di progetti come questo non è portare tutti i ragazzi allo stesso risultato, ma permettere ad ognuno di loro di esprimere la propria individualità: gusti, preferenze ed attitudini.

Anche Alex sta imparando cosa significa lavoro e sta capendo che per essere ogni giorno più autonomo la strada è faticosa e lenta, ma in fondo anche le zucchine hanno bisogno di tanta cura per crescere e non lo fanno in un giorno solo.

Non è un mondo idilliaco, porta in sé tutta la fatica della terra, il peso ed il caldo della stagione estiva. Vede giornate difficili come per ogni azienda, vede oneri e onori come per ogni dipendente. C’è solo un’idea che è bandita dai Mille Orti, un solo concetto che deve restarne lontano: “poverino”.

Non esiste poverinosità nei campi, esistono solo ragazzi che affrontano un percorso formativo impegnativo ma lo fanno seguiti da educatori competenti e da due realtà l’associazione Crescere Insieme e la Cooperativa Sociale Il Millepiedi, che hanno unito le loro forze per offrire loro sostegno e guida verso la tanto importante autonomia. Con i loro tempi e senza rompere le loro fragilità questi ragazzi stanno scoprendo il lavoro, portando in esso il loro modo di essere e dimostrando a tutti come sia possibile, con impegno ed amore fare di ogni seme una pianta.

Il progetto Milleorti

Mille Orti è un’area agricola su cui sono attivati progetti di formazione al lavoro rivolti a persone con sindrome di Down o disabilità intellettiva, un progetto innovativo che sta dando a tutti un’occasione per cimentarsi con la cura di un appezzamento di terra e coltivare (o far coltivare) un orto, stare a contatto con gli animali da cortile ed imparare tecniche di orticultura urbana.

Il coinvolgimento della cittadinanza

L’unicità dell’iniziativa è rappresentata dalla possibilità che i cittadini hanno di sostenere il progetto fattivamente e non solo in maniera economica: potranno, infatti, lavorare con i ragazzi coinvolti nella preparazione e coltivazione del terreno ricevendo in cambio parte dei prodotti coltivati. “Si tratta di un progetto aziendale all’interno di una cooperativa che nasce con un obiettivo di inclusione – spiega Eugenio Quartulli, coordinatore dell’area di Casa Macanno – si vuole dare la possibilità ai ragazzi con sindrome di Down o con disabilità intellettive di poter entrare nel mondo del lavoro ricevendo formazione sul campo e dando loro autonomia e indipendenza”.

Nei fatti

Per questo motivo, una grande fetta dei terreni che costituiscono l’area è stata riconvertita ad uso agricolo in due forme differenti: “una parte verrà coltivata direttamente dai ragazzi, mentre il resto è stato lottizzato per ricavarvi molti orti familiari da gestire con la collaborazione di privati e aziende – spiega William Conti, ideatore e supervisor tecnico dell’area – Davanti ai terreni ed alla serra verrà poi aperto un punto vendita dove si potrà acquistare frutta, verdura, uova e miele rigorosamente a kilometro zero, frutto di agricoltura sana e rispettosa dell’ambiente. Tutti i prodotti dei terreni saranno raccolti sul momento, nel pieno rispetto della naturale stagionalità, mentre le uova verranno prelevate direttamente dal pollaio”.

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