Impegno durante, deistituzionalizzazione, diritti, integrazione tra sanitario e sociale. Sono alcuni dei concetti chiave emersi dal seminario promosso da Volontarimini lo scorso 24 maggio e dedicato alla legge 112/2016, nota come legge sul “Dopo di noi” perché si riferisce alla situazione di persone con disabilità prive di sostegno familiare. Entrata in vigore un anno fa, sono ancora tante le perplessità e i dubbi che si pongono le famiglie affinché la teoria si tramuti in prassi. Il seminario, molto partecipato, ha visto l’importante collaborazione con il Consiglio notarile dei distretti di Forlì e Rimini, che hanno scelto l’iniziativa come evento per l’Open day dedicato alle fragilità sociali promosso dal Consiglio nazionale del notariato. Oltre 60 iniziative in tutta Italia per fornire informazioni e dialogare con i cittadini, sotto lo slogan #sipuofare.
L’intervento di Gloria Lisi, vicesindaco del Comune di Rimini
Ad aprire i lavori del seminario la vicesindaco e assessore con delega alle politiche sociali del Comune di Rimini Gloria Lisi: “Come amministratore pubblico mi pongo quotidianamente domande pensando alle persone più fragili e alle loro famiglie. Oltre ad essere amministratore sono anche mamma, e penso alla sofferenza di tanti genitori. Insieme a Volontarimini e al Tribunale di Rimini abbiamo intrapreso da tempo un percorso di attenzione a queste tematiche, che si è concretizzato con l’apertura di uno sportello per l’amministratore di sostegno”.
Ha riportato alcuni dati recenti: “Le stime ci dicono che ad oggi ci sono 5.000 persone interessate in Emilia-Romagna al tema del ‘dopo di noi’ e sono stati stanziati a livello regionale più di 6 milioni. Il Comune di Rimini ha scelto dal 2012 di utilizzare un approccio basato sul welfare delle capacità e progetti individualizzati che possano offrire maggiori opportunità e libertà di scelta. Dobbiamo ripensare le politiche con servizi deistituzionalizzanti (co-housing, case mix…). È strategico”.
Integrare sociale e sanitario
Su prestazioni sociali garantite, nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) e welfare locale si è concentrato l’intervento di Massimo Alessandrini, del servizio sociale territoriale distretto di Riccione.
“I Lea sono un supplemento di garanzia per i cittadini – ha spiegato – per rendere esigibili i propri diritti. È importante realizzare progetti di assistenza individualizzati, che integrino professionalità sanitarie e professionalità sociali. Per questo anche quando si parla di assistenza domiciliare un particolare focus dev’essere dedicato all’assistenza educativa. Vanno inoltre rinforzati i centri occupazionali e i centri diurni con un taglio laboratoriale e di avviamento al lavoro”.
E ha aggiunto: “Secondo i dati dell’Istat relativi al 2016, circa il 50% delle persone disabili gravi vive con uno o entrambi i genitori, di questi 1 su 3 con genitori anziani. Per questo è necessario pensare non solo al dopo di noi, ma anche al durante, a partire dal momento della fuoriuscita dalle istituzioni scolastiche, favorendo la mutualità e il protagonismo delle famiglie”.
Gli strumenti del “dopo di noi”
Astorre Mancini, avvocato, ha evidenziato i prossimi passi dopo l’approvazione, un anno fa, della legge: “Il vero banco di prova sarà il momento in cui verranno emanate le linee guida per accedere al Fondo stanziato dalla legge e saremo chiamati a mettere in campo dei progetti pilota”. Ha inoltre sottolineato il ruolo fondamentale della famiglia: “Anche i familiari hanno una responsabilità: quella di iniziare a pensare al distacco e all’autonomia con un buon anticipo. Il rischio è quello di accontentarsi di quello che già si ha, mentre il buon esito della legge dipende dall’impegno e dalla corresponsabilità di tutti”.
Tra gli strumenti descritti dai notai Elena Pinto e Massimiliano Spartano ci sono le agevolazioni fiscali previste dalla legge, trust, fondi speciali e vincoli di destinazione, l’amministratore di sostegno. Con un unico comune denominatore, spiegano i notai: “La legge prevede strumenti molto flessibili e modulabili. È importante costruire progetti cuciti su misura dei beneficiari, favorendo la massima autonomia e il benessere delle persone con disabilità”.
Proprio i notai si sono resi disponibili durante l’incontro per offrire consulenze gratuite ai cittadini presenti. Molti dei familiari hanno sottolineato quanto ancora lo scarto tra la normativa e la prassi sia significativo e come spesso i genitori sentano il peso della fatica tutto sulle loro spalle. Ma è stato anche ribadito il ruolo centrale del volontariato, che ha saputo anticipare molte esigenze, sperimentare progetti pionieristici, portare umanità in contesti spesso difficili. L’impegno per l’attuazione della legge ora si muove su diversi livelli: dalle Regioni agli Enti locali, ma al tempo stesso diventa fondamentale l’impegno delle associazioni e delle famiglie, che hanno un ruolo non solo di verifica e monitoraggio, ma anche propositivo.
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Durante l’incontro è stata distribuita ai partecipanti la Guida: “Dopo di noi, amministratore di sostegno. Gli strumenti per sostenere le fragilità sociali” a cura del Consiglio nazionale del notariato e associazioni dei consumatori. È disponibile anche sul sito dell’Ordine a questo link.