Oltre lo sguardo…
Alessandra è mamma e presidente di Rimini Autismo. La sua storia di volontariato si intreccia con la sua vita familiare, per lei la spinta a mettersi in gioco è nata da un forte senso di giustizia, affinché anche la persona con spettro autistico possa trovare il suo posto in questo mondo. Da qui l’impegno in associazione per stimolare una nuova prospettiva, attraverso un lavoro culturale in più ambiti, dalla scuola al lavoro, per cambiare lo sguardo e concentrarsi sulla ricchezza di ciascuno nella sua diversità, aldilà dei limiti.
“Sono un genitore e il mio volontariato è legato alla mia vita di tutti i giorni. Ho conosciuto un’esigenza, l’ho provata e, forse perché sono un avvocato, ho sentito giusto ed etico mettermi al servizio degli altri, per essere un agente di cambiamento. Sono entrata così in Rimini Autismo nel 2011 e, dal 2015, sono presidente. La nostra attività è accogliere le famiglie e i ragazzi per accompagnarli in tutta la loro vita: scuola, lavoro, tempo libero… perché una persona che nasce con autismo, muore con autismo. Lavoriamo tantissimo per creare consapevolezza attorno al mondo dei nostri ragazzi, per stimolare un contatto tra il nostro e il loro universo.
Uno dei tanti progetti che abbiamo proposto è Autismo Friendly Beach, che nel 2016 ha ottenuto un riconoscimento dalla Commissione europea quale ‘modello’ da estendere nel continente, con un punteggio di 90/100, tra i più alti raggiunti. Abbiamo ascoltato l’esigenza di tante famiglie in Italia, ma non solo, di poter fare una vacanza in un territorio ospitale, lavorando in due direzioni: accogliere le persone con Autismo per una vacanza, ma anche dare alle nostre famiglie un supporto con spiagge attrezzate e preparate culturalmente per i nostri ragazzi, dove non solo sentirsi bene ma anche fare un’esperienza lavorativa.
Per questo abbiamo da subito puntato sulla formazione, per creare una consapevolezza sociale, senza la quale, non ci possono essere le condizioni in questo mondo per accogliere una persona con Autismo, nella sua diversità e ricchezza. Abbiamo interagito con gli hotel, i bagnini (visto che il nostro territorio si presta), i parchi tematici… per abbattere le barriere culturali, quelle più difficili ma significative per una disabilità invisibile quale è l’Autismo.
Nei vari incontri che facciamo ogni anno chiediamo agli operatori un riscontro sulla loro esperienza dopo la formazione. Una albergatrice ci ha raccontato di aver ospitato una famiglia: nonni, genitori e bimbo con Autismo. Non si riusciva a capire perché il bimbo non volesse dormire con i genitori ma solo con i nonni, le camere erano uguali e nemmeno la famiglia si dava una spiegazione. Possiamo avere accorgimenti simili per i nostri ragazzi, ma ognuno poi può fissarsi su cose differenti. In quell’occasione, fu proprio l’albergatrice ad avere l’intuizione: era il copriletto che aveva colori diversi…
Per me è stato straordinario vedere come avesse affinato la sua sensibilità arrivando dove non erano arrivati né nonni, né genitori. Era cambiato il suo sguardo e la sua attenzione. Un miglioramento che si è poi esteso anche sugli altri ospiti, non solo persone con disabilità ma su tutti i clienti.
Diversi nostri partner, devo dire, hanno fatto di questa esperienza una spinta per migliorare il proprio approccio lavorativo, accogliendo la ricchezza della diversità… Di recente ho avuto la notizia di un altro nostro ragazzo assunto per il periodo estivo. Sono per noi traguardi importanti. Stiamo davvero costruendo una rete sociale territoriale unica che evolve costantemente.
Quando, grazie al bando europeo siamo stati in Croazia, abbiamo trovato una storia complessa: la disabilità era ancora vissuta nelle strutture. Al nostro arrivo si è però aperta una comunità, non sono venuti solo gli operatori turistici, ma il sindaco, gli insegnanti, le famiglie… c’era la voglia di capire, conoscere e vedere che si poteva fare in maniera in diversa. C’è una ricchezza che, se siamo pronti a cogliere, può entrare dal mondo dei nostri ragazzi in questo mondo.
Anni fa un bagnino mi ha chiamato: ‘Guarda – mi dice – il ragazzo mi ha fatto uno schema rivoluzionando la spiaggia, riorganizzandola in meglio’. Fino a che non ti metti in gioco non cogli. Questo è la mia spinta: la voglia di continuare per sfondare quella porta di diffidenza e paura, che è normale che ci sia per una cosa così straordinariamente sconvolgente come è l’Autismo, ma che se si supera, ti apre un mondo”.
Autismo Friendly Beach è solo uno dei tanti progetti che Rimini Autismo promuove per sostenere da un lato le famiglie nel territorio che si rivolgono all’associazione e dall’altro quelle che scelgono Rimini come meta turistica. Per saperne di più: riminiautismo.it – info@riminiautismo.it –