“Romagna mia, lontan da te non si può star!”… in effetti è proprio così che un po’ si sentono gli emigrati emiliano-romagnoli all’estero che hanno deciso, per non dimenticare il profumo della loro terra, di creare delle associazioni di volontariato riconosciute dalla Regione. Sono un centinaio le organizzazioni nate in questi anni un po’ in tutti i continenti, riunite nella Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. E sono queste che gli studenti dell’istituto Ites Valturio sono andati a trovare grazie al bando per le scuole finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
Con loro c’era anche il professore Luigi Ciavarella, che ha accompagnato nel 2019 dieci dei suoi studenti in Cina, un altro gruppo si è recato in Canada a Toronto, mentre il terzo in Spagna a Madrid. Qui i ragazzi hanno potuto incontrare diversi imprenditori e professionisti che hanno raccontato la loro storia.
Abbiamo visitato – dice – le sedi di Technogym, Lamborghini, Savino del Bene e Fabbri Amarene. Ci hanno spiegato gli aspetti giuridici, quali sono le differenze del prodotto tra Italia e Cina, l’importanza del porto di Shanghai su basi logistiche e della Cina nel mondo di oggi… Ai ragazzi sono state presentate tante cose… Ma non hanno scoperto solo gli aspetti tecnico-economici. È stato fatto anche un discorso di vita. Questi manager hanno raccontato perché sono là e il percorso di vita intrapreso e le difficoltà affrontate, con una grande disponibilità e la voglia di essere al servizio dei ragazzi per trasmettere la loro esperienza. Con noi, ci hanno confessato, si sono sentiti un po’ a casa.
Ci racconti qualche storia
Una che ci ha colpito particolarmente è quella di Alessia Raisi, presidentessa dell’associazione Crea. Circa dieci anni fa, l’azienda di Bologna, dove lavorava, doveva trovare qualcuno per la filiale negli Stati Uniti. Quando fece il colloquio, con sua sorpresa, scoprì che si era invece liberato un posto in Cina. Molti i dubbi per la distanza e la lontananza con questa cultura. Poi, la voglia di partire per almeno un anno. Si è appassionata così alla lingua cinese e ha riscoperto la sua passione per la musica. Da qui la decisione di partecipare al concorso canoro “ShanRemo”, in ricordo del festival italiano. Dopo la vittoria è cominciata la sua carriera di cantante traducendo in cinese le più famose canzoni italiane, molto apprezzate in Cina e non solo. Questa voglia di far conoscere la propria identità l’ha spinta poi a fondare l’associazione.
Come si sono relazionati i ragazzi con i loro conterranei?
I referenti delle associazioni emiliano-romagnole hanno svolto il ruolo di tutor. La Raisi era come fosse un’insegnante alternativa, ci accompagnava a fare esperienze concrete di vita. Ha spiegato ai ragazzi, che studiano il cinese, come si chiama un taxi, come si ordina ai ristoranti, come ci si comporta in stazione, come si saluta, come si chiedono le cose… ci ha trasmesso la passione per lo studio delle lingue. La loro reazione è stata sorprendente. Un ragazzo che ha partecipato all’esperienza in Canada, per riportare una delle frasi più significative, ha deciso che proseguirà i suoi studi in Olanda perché, ha detto: ‘da oggi il mondo non mi fa più paura’. Si sbaglia, si recuperano gli errori, si fa esperienza…
Mentre voi professori?
Abbiamo fatto un’esperienza di crescita straordinaria… in queste circostanze gli studenti diventano fenomenali, chi magari in classe ha più difficoltà, in un contesto diverso, si mette in gioco con risultati positivi. Questa cosa è fantastica. Tra i gruppi si è creato un grande affiatamento: è saltato lo schema insegnante/studente, perché siamo diventati compagni di viaggio…. Situazione che ha coinvolto anche la nostra dirigente, la professoressa Daniela Massimiliani.
E adesso?
Per il 2020 stiamo pianificando due viaggi uno in Canada (Toronto) e l’altro in Illinois (Chicago), qui dobbiamo incontrare un avvocato… Questa volta saranno coinvolte tutte le quinte: formeremo gruppi eterogenei composti da studenti di più classi...
Così conclude l’intervista il professore la cui voce tradisce un grande entusiasmo per questo progetto che gli ha insegnato altre sfumature della sua professione e nuove modalità di relazionarsi con i propri studenti. Un aspetto, quello di presentare le cose da nuovi punti di vista stimolanti e avvincenti, che caratterizza senza dubbio tutto il mondo del volontariato.