Grande successo ed entusiasmo per l’evento “Porte aperte all’Europa” che si è svolto venerdì 18 ottobre 2019 alla Casa delle Associazioni in via Covignano a Rimini.
L’appuntamento, collocato all’interno della “Settimana europea della formazione professionale – Vet Week”, è stato organizzato da Volontarimini e ha visto partecipare una quarantina di studenti ed insegnanti dopo le recenti esperienze in Irlanda, Spagna e Grecia grazie al progetto Next Stop Europe, promosso all’interno del programma Erasmus Plus.
La mattinata è stata l’occasione per ricevere gli attestati di partecipazione e fare amicizia: sono intervenuti a distanza tutti i partner coinvolti e alle 11 nell’istituto “Marvelli” è stato trasmesso l’Inno alla gioia di Beethoven, che è l’inno ufficiale europeo. Tra i presenti, i 14 ragazzi dell’istituto professionale “Ruffili” di Forlì accompagnati dalla professoressa Giulia Violani (nella foto), alla sua terza esperienza, l’ultima a livello cronologico dal 7 al 28 settembre a Creta.
Professoressa Giulia Violani, ci racconti un po’ com’è andata.
“È sempre entusiasmante, è una soddisfazione per un’insegnante vedere i ragazzi mettersi alla prova in tutte le situazioni sia lavorative sia di vita e costruire relazioni personali significative in ambito professionale e nel quotidiano. Un ragazzo nel suo tirocinio in un piccolo supermercato è stato invitato a uscire fuori la sera in amicizia, con l’ente ospitante Ecte ci siamo sentiti accolti come una famiglia. Qualche studente italiano si è “prestato” anche per svolgere il ruolo di interprete per altri nuovi ragazzi che arrivavano”.
Ci può sintetizzare qual era la giornata tipo in Grecia?
“I ragazzi lavoravano 4-5 ore la mattina, poi c’era la pausa pranzo e nel pomeriggio si svolgevano attività culturali nei luoghi d’interesse oppure lezioni in lingua greca, invece durante il week-end venivano organizzate gite più lunghe. I tirocini riguardavano svariati indirizzi: grafici pubblicitari, piccola ristorazione, operatori socio sanitari e servizi commerciali”.
Quali sono i vantaggi di queste esperienze e perché secondo lei sono importanti?
“I tirocini all’estero sono un’occasione per mettersi alla prova e confrontarsi con un modo diverso di svolgere un’attività seguendo regole differenti rispetto alle proprie consuetudini. Poi si ha l’opportunità di conoscere un paese europeo e la sua cultura: poter stare tre settimane penso sia un valore aggiunto, non è una permanenza superficiale. È un’esperienza che cambia dentro e permette di instaurare amicizie e sperimentare l’autonomia: per molti si trattava della prima vera esperienza fuori da casa, altri non avevano mai preso l’aereo”.
Cosa ne pensa dell’evento “Porte aperte all’Europa” e di questo incontro collettivo?
“È un’occasione per scambiarsi idee, emozioni e riflettere su questa Europa al centro di tanti dibattiti e polemiche. Alla fine si può toccare cosa fa per i ragazzi e le opportunità che offre”.