Martedì 27 maggio la Convenzione di Istanbul della primavera 2011 contro la violenza sulle donne, la violenza domestica e il femminicidio, è passata all’unanimità alla Camera con 545 voti. Il sì definitivo arriverà però solo dopo l’approvazione al Senato e comunque, anche allora, la Convenzione non sarà esecutiva fino a quando non verrà ratificata da almeno dieci Stati, di cui otto componenti del Consiglio d’Europa. Ad oggi sono cinque, Albania, Montenegro, Turchia, Portogallo e Italia. ?Primo punto qualificante della Convenzione di Istanbul è aver inserito la violenza contro le donne tra le violazioni dei diritti umani. Nella premessa è poi scritto che “Ia violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione delle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione”. Viene anche riconosciuta “la natura strutturale della violenza contro le donne, in quanto basata sul genere”. Ecco perché negli 81 articoli di cui è formata la Convenzione si chiede di promuovere la parità, contribuire a eliminare ogni forma di diseguaglianza e discriminazione, adeguare la normativa e sostenere le organizzazioni incaricate di applicare le leggi e di proteggere le donne.