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Retribuzione dell’anima

15 Set 2025

Manuela De Roberto oggi è nel Gruppo Comunale Volontari Protezione Civile di Rimini. Per lei il volontariato è una retribuzione dell’anima, non quantificabile, ma che ti fa sentire in pace con il mondo e con te stessa. Ecco la sua storia.

Ho iniziato a fare volontariato a 18 anni nel canile di Rimini, quando era ancora in via Dario Campana, per il mio grande amore per gli animali. Poi per una decina d’anni sono stata soccorritore in Croce Rossa. Quando mi sono trasferita, per un periodo, non ho più svolto volontariato con una divisa indosso, ma non mi è mai mancata la possibilità di aiutare, perché per me, quando si è nella condizione di poter dare e non dover chiedere, si ha un gran privilegio e questo mi spinge verso gli altri.

Il Covid mi ha portato a entrare nel Gruppo Comunale Volontari Protezione Civile di Rimini. Qui ho trovato tante persone e idee e soprattutto rispetto: non siamo sempre tutti d’accoro sul da farsi, ma di base c’è nel nostro volontariato lo spirito di corpo perché abbiamo l’obiettivo comune di far del bene agli altri e a noi stessi. Restiamo coesi anche quando le idee non sono le stesse.

Collaboriamo con il Pronto soccorso dell’ospedale di Rimini. Siamo il volto dell’accoglienza e il sorriso all’entrata: un po’ i ‘vigili’, che indicano la strada. Cerchiamo di dare risposte, chiedendo ovviamente sempre con discrezione al personale sanitario.

Chiunque venga in pronto soccorso vive un momento fuori squadro, è agitato e preoccupato, magari non ha niente ma non lo sa. C’è paura e con tanta delicatezza cerco di ‘farlo respirare’. Tengo la manina fredda del signore anziano che in quel momento ha bisogno di contatto e calore, cerco di strappare un sorriso al bambino preoccupato…

Come volontari proviamo a portare calma e tranquillità, entriamo per una frazione di secondo e in punta di piedi nella vita della gente. Lì al Pronto soccorso ho capito infatti una cosa: le persone hanno bisogno di parlare, di raccontare, di condividere quel momento di paura. E noi siamo per loro l’accoglienza, l’abbraccio che dice: siamo qui per te… è il primo step, è il lato umano.

I medici ci sono, ma devono essere sul pezzo e concentrati: devono salvare una vita, capire cosa sta succedendo, restare razionali. Noi arriviamo dove loro, a volte e perché oberati, non riescono ad arrivare, offrendo il lato umano anche nell’emergenza; portiamo quella parola in più, quell’attenzione di cui tutti in fondo abbiamo bisogno.

Non dimenticherò mai una ragazza straniera vittima di violenza con il suo bimbo in grembo, accompagnata da una ragazza italiana. Era una situazione particolare: la ragazza italiana mentiva e la straniera era chiusa in sé stessa… parlava inglese ma non lo diceva. Ero al suo fianco e, quando le ho fatto capire che era al sicuro, si è sciolta e la verità è venuta a galla. Non ho fatto io la differenza – l’hanno fatta i medici, il personale sanitario, gli assistenti sociali che l’hanno presa in carico – ma io le ho parlato cuore a cuore, mi sono sentita bene e penso anche lei.

Il volontariato è per me un atto egoistico: ti spendi per gli altri perché ti senti meglio.

Ti ridimensiona, ti fa capire che tutto si può affrontare. Torni stanca ma in in pace con il mondo e non ti annoi mai. Quando mi chiedono se sono retribuita, sorrido, come puoi quantificare una retribuzione dell’anima? Tutto mi ripaga”.

Per conoscere meglio l’associazione Gruppo Comunale Volontari Protezione Civile di Rimini ed entrare nella squadra dei volontari, scrivere a: gruppovolontariato.pc@comune.rimini.it – Tel. 0541 704914.

 

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