L’aula del Senato ha approvato il disegno di legge di riforma del Terzo Settore con 146 voti a favore e 74 contrari. Sedici gli astenuti. Il testo, modificato a Palazzo Madama, torna ora alla Camera. Tra le novità la Fondazione Sociale, introdotta da un emendamento del governo. Con “Terzo Settore” si definisce quella sfera di attività, né statale né commerciale (mercato) riconducibile a enti privati “costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche” (art. 1 del ddl).
Riportiamo di seguito l’articolo di Redattore sociale
La riforma del Terzo settore ha un volto definito. Il Senato ha infatti approvato, a distanza di quasi un anno dal via libera della Camera dei deputati, il testo del disegno di legge delega di riforma del terzo settore ed istituzione del servizio civile universale. Il testo approvato differisce in numerosi punti da quello votato a Montecitorio, ragion per cui il provvedimento tornerà alla Camera nelle prossime settimane per quello che nelle intenzioni del governo e della maggioranza sarà un passaggio blindato, che porterà al via libera definitivo del provvedimento. Dal momento dell’entrata in vigore il governo avrà 12 mesi di tempo per emanare i decreti legislativi.
Nel testo approvato figura anche l’istituzione della Fondazione Italia Sociale, che il governo aveva proposto negli ultimi giorni del lavoro in Commissione per poi decidere di spostare il dibattito in Aula. La Fondazione “ha lo scopo di sostenere, mediante l’apporto di risorse finanziarie e di competenze gestionali, la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi da parte di enti di Terzo settore, caratterizzati dalla produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale e rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti più svantaggiati”. L’obiettivo è quello di raccogliere importanti risorse dai privati, ma nel frattempo, “per lo svolgimento delle attività istituzionali” è confermata nel testo approvato la dotazione iniziale di un milione di euro, per l’anno 2016, di fondi pubblici. Prevista entro il 31 dicembre di ogni anno la trasmissione al Parlamento di una relazione sulle attività svolte per il perseguimento degli scopi istituzionali.
Secondowelfare.it indica invece tra i principali punti oggetto della Riforma:
il servizio civile nazionale:
assumendo la denominazione di servizio civile universale, si aprirà ai cittadini stranieri regolarmente residenti, prevederà uno status giuridico specifico per i volontari in servizio civile e modalità di accreditamento per gli enti titolari di progetto. Il progetto avrà una durata variabile tra otto mesi e un anno con possibilità di adeguamento alle esigenze di vita e lavoro del giovane volontario e potrà essere riconosciuto a fini formativi e lavorativi.
i centri di servizio per il volontariato:
i Csv potranno essere gestiti non solo dalle organizzazioni di volontariato ma da tutti gli enti del terzo settore (sebbene negli organi di governo la maggioranza deve essere garantita al volontariato) e i servizi saranno erogati a tutti gli enti che si avvalgono di volontari. È inoltre prevista la costituzione di organismi di coordinamento regionali e sovraregionali con funzione di programmazione e controllo dei CSV.
informazione, controllo e monitoraggio:
l’Osservatorio nazionale per il volontariato e l’Osservatorio nazionale per l’associazionismo di promozione sociale confluiscono nel Consiglio Nazionale del Terzo Settore, un organismo di consultazione che dovrà valorizzare le reti associative di secondo livello. Le funzioni di monitoraggio, vigilanza e controllo pubblico competono al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che una volta all’anno dovrà relazionare al Parlamento sull’attività svolta. Andranno inoltre individuate modalità di autocontrollo con il coinvolgimento delle reti di secondo livello e del CSV.
fiscalità e sostegno economico:
viene prevista la semplificazione della normativa fiscale e l’istituzione di misure di supporto come alcuni strumenti di finanza sociale, l’agevolazione delle donazioni, la costituzione di un fondo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il consolidamento del cinque mille. Viene però richiesta maggiore trasparenza alle organizzazioni del terzo settore.
Fondazione Italia Sociale (c.d. IRI del terzo settore):
si prevede l’istituzione di una fondazione di diritto privato denominata Italia Sociale con lo scopo di favorire l’incontro tra i finanziatori e gli enti beneficiari dei finanziamenti.