L’Ufficio nazionale per il servizio civile non ha ancora pubblicato una data per la presentazione dei nuovi progetti da parte degli oltre 3.500 enti accreditati. Tra l’altro già nel 2012, la partenza di circa 10mila ragazzi è stata scaglionata causa risorse inadeguate.
Una Tavola rotonda svolta il 20 marzo scorso, è stata l’occasione per porre le basi all’avvio di un dialogo su un tema così importante. Nel corso del suo intervento il ministro Riccardi, ha ritenuto “paradossale che questa straordinaria esperienza italiana che è stata analizzata e posta tra le buone pratiche in numerosi studi comparati a livello europeo proprio per la capacità di inserire i giovani nel vivo della società italiana, possa essere messa in crisi”. In particolare Riccardi ha dichiarato che per consentire la sopravvivenza del Servizio civile “bisogna vincere una battaglia culturale nel Paese, portandola in tutte le sedi possibili affinché l’opinione pubblica italiana diventi consapevole dell’importanza di questa esperienza”. Il primo passo sarà “aprire un tavolo serio” interministeriale tra Welfare e Economia per “vedere come rifinanziare il Servizio Civile Nazionale”. Prendere tempo insomma. Forse ci voleva uno sforzo in più perché i tempi sono stretti e il volontariato resta sempre una ruota di scorta per la politica…
Eppure il servizio civile in Italia ha una storia lunga e gloriosa. Fino al 1972 era una scelta di “disobbedienza civile” contro il servizio di leva. Quindi si arriva ad un riconoscimento fondamentale come recita la legge 64 del 2011 “della difesa non armata e non violenta della Patria”. Paradossalmente, in parallelo al riconoscimento giuridico, la scure del ministro Tremonti ridimensionava di forza la copertura economica. Così dai 296 milioni di euro del 2007 si è passati ai 113 del 2011, appena sufficienti per garantirne l’esistenza. Poi, l’ulteriore sforbiciata per arrivare a questa ripartizione: 68,8 milioni per il 2012, 76,3 milioni per il 2013, 83,8 milioni per il 2014.
Un altro aspetto del problema è che le associazioni sono costrette a cestinare più dell’80 per cento delle domande che arrivano da tutta Italia. Dal 2001 ad oggi oltre 300mila ragazzi hanno avuto l’idea di dedicare un anno della loro vita al volontariato. Al momento l’unica soluzione che si profila è quella che starebbe valutando l’Ufficio nazionale per il servizio civile: anticipare l’utilizzo dei 76 milioni di euro impegnati per il 2013. Ma questa è una possibilità ventilata. Non la soluzione.