Un’amicizia e un mobile per gli alluvionati
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La storia di volontariato del mese nasce dall’amicizia di Virginia Motta, romana, e Veronica Severi, ravennate. L’incontro a Londra è stato il primo accordo di un legame che si è andato a consolidare nel tempo, al ritmo dolce e calmo del pianoforte, la loro passione comune.
Amiche lontane, ma sempre vicine, presenti anche a distanza, l’una per l’altra.
Questa compartecipazione di anime si è fatta particolarmente sentire nei giorni difficili e traumatici dell’alluvione che ha gravemente colpito la Romagna, quando lo scambio di messaggi non bastava a Virginia per sentirsi abbastanza vicina all’amica. Dal desiderio di fare qualcosa di concreto per Veronica e per i suoi conterranei che avevano perso tutto, Virginia, mamma Donatella e nonno Vincenzo, hanno deciso di donare mobili a chi una casa l’aveva persa, trasformando in opportunità di ripartenza, gli articoli del mobilificio leccese dismesso di cui il nonno era titolare.
L’idea era chiara fin da subito: aiutare. Il piano d’azione, al contrario, è andato man mano definendosi, e ha incontrato la collaborazione di chi nel mondo del volontariato opera da più di quarant’anni e di situazioni analoghe ne ha già vissute diverse. In particolare, Renzo Angeli, referente provinciale di Avis Ravenna Odv, afferma: “Quando mi è stata proposta l’iniziativa, ero entusiasta: nella mia mente i mobili erano già a Ravenna, in un magazzino, pronti da distribuire. Ma la realtà era un’altra. Era tutto da organizzare, tutto da scoprire: quanti e come fossero questi mobili, imballati o montati? Non lo sapevo. Insomma, occorreva definire logistica, trasporti e stoccaggio”.
Nei giorni seguenti la proposta, sono stati caricati mobili per tre camere da letto, per arredare soggiorni e ingressi, dai pesanti armadi a sei ante, ai comò, dalle specchiere ai soggiorni.
Il percorso di aiuto è stato faticoso ma alleviato e facilitato dalla collaborazione a più mani tra Avis Provinciale Ravenna Odv e Avis Provinciale Modena Odv, con la partecipazione del CSV VolontaRomagna Odv. Un gruppo di 12 persone (Giorgia, Leonardo, Ugo, Matteo, Yuri, Graziano, Ivan, Mauro, Sabrina, Bruno, Fabio e Renzo) si è attivato per far sì che i mobili arrivassero a destinazione, contando sulla “regia” di Avis. Nata nel 1960 per iniziativa del Senatore Aldo Spallicci, l’associazione è fortemente radicata nel territorio provinciale di Ravenna, grazie alle sezioni comunali, ma anche su quello nazionale, per cui abituata per natura a intrecciare legami e portare avanti progetti di ampio respiro. La presidente del Csv, Giorgia Brugnettini, commenta: “L’alluvione ha segnato un trauma nelle vite di tanti, ma è stata anche l’occasione per ricordare che il volontariato può entrare in azione con una forza che è tanto potente quanto rara, perché è la forza data dalla passione di chi ha a cuore il prossimo e la missione che porta avanti”.
Quattro, come 4 agosto 2023, il giorno in cui la missione di trasporto è diventata realtà; cinque, come il numero dei furgoni partiti alla volta di Corsano (Lecce) per caricare tutto il possibile e sei, come domenica 6 agosto 2023, ore 17, quando è stato terminato lo scarico del mobilio per gli alluvionati. E siccome di numeri i volontari ne hanno dati parecchi per realizzare questo progetto, se ne dà un altro rincuorante, di numero: sedici. Sedici sono le famiglie che grazie all’idea di Virginia e Veronica, alla mobilitazione delle rispettive famiglie, al contributo instancabile e insostituibile dei volontari, hanno usufruito dei mobili donati, non solo nella provincia di Ravenna ma anche nei territori limitrofi.
La conclusione spetta alle parole del referente del progetto, Renzo Angeli: “Virginia, Veronica, avete fatto un bel casino, avete mosso mari e monti! Ma, grazie alla sensibilità, determinazione e volontà che vi ha contraddistinto, è nata un’iniziativa bellissima. Con oggi il progetto si conclude, avendo assegnato tutti i mobili raccolti, ma sicuramente rimarrà il ricordo nei cuori di chi grazie a questi mobili, ha ricevuto oltre che un aiuto, anche e soprattutto, un segno di speranza”.