A livello nazionale si discute la Riforma del Terzo settore, ma cosa sta succedendo intanto in Regione? Interviene sul tema Aristide Savelli (nella foto), coordinatore Uildm Romagna e componente dell’Osservatorio Regionale del Volontariato (Orv).
Elisabetta Gualmini, assessore regionale al Welfare in Emilia-Romagna ha chiesto ai vari rappresentanti del Terzo settore, compreso l’Orv, di inviare le proprie considerazioni sul sistema di governance e partecipazione del Terzo settore nel sistema regionale.
In particolare, oggetto del dibattito negli uffici bolognesi è il ripensamento della Conferenza Regionale del Terzo Settore, istituita per il confronto tra la giunta e i rappresentanti di questo ambito. Organismo a cui, verosimilmente, si farà riferimento nel momento in cui, approvata in Parlamento la Riforma del Terzo settore, sarà necessario renderla attuativa anche in Emilia-Romagna.
Quali sono le modifiche sostanziali in atto?
Nodo cruciale della discussione in corso è la rappresentanza del volontariato e, in particolare, del piccolo e medio associazionismo, all’interno della Conferenza regionale. Un aspetto attualmente garantito grazie ai rappresentanti dell’Osservatorio Regionale del Volontariato, che ne è un componente.
Prima di entrare nel merito della questione, è possibile fare un po’ di chiarezza sui vari organismi coinvolti?
Cominciamo dal Comitato paritetico provinciale (ora Comitato paritetico territoriale). Si tratta dell’organismo eletto dalla Conferenza provinciale del Volontariato, preposto al costante raccordo e confronto tra il volontariato e gli enti locali. Ha funzioni di proposta, di impulso, di sensibilizzazione, di verifica e di valutazione. Ed è composto da rappresentanti delle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte al Registro e da rappresentanti delle pubbliche amministrazioni. Il Comitato nomina un referente per l’Osservatorio Regionale del Volontariato.
Quali sono le funzioni dell’Orv?
L’Osservatorio è una Sezione speciale della Conferenza regionale del Terzo Settore e assolve a diverse funzioni, tra cui quella di individuare le priorità di intervento, ma anche di divulgare le buone prassi, fino alla raccolta di dati e documenti sulle attività del volontariato in Emilia-Romagna. Sono tante le cose che si fanno, a partire dal costante confronto con enti del volontariato e pubblici.
Da chi è composto?
L’Osservatorio in carica si è insediato il 4 maggio 2011 ed è composto da 16 rappresentanti delle organizzazioni di volontariato, di cui: 9 designati, uno per ogni provincia, dai Comitati paritetici, 3 designati dalla Conferenza regionale del Terzo settore, 4 nominati dal Comitato di Gestione (Co.ge) del Fondo speciale per il volontariato. All’Osservatorio partecipano di norma, in qualità di invitati, anche l’assessore regionale al Welfare, un rappresentante degli enti locali, delle Fondazioni, dei Centri di Servizio per il Volontariato.
Tornando alla discussione in atto, quali sono gli elementi che sono stati messi sulla carta?
Quello che è a rischio è una chiara e certa rappresentanza nella Conferenza Regionale del Terzo Settore dei vari componenti coinvolti e dei territori. Attualmente la Crts è presieduta e coordinata dall’assessore regionale alle Politiche sociali e, a seconda degli argomenti trattati, dagli assessori regionali competenti. È composta da un minimo di 9 fino a un massimo di 15 componenti in rappresentanza dei soggetti del Terzo settore. Nella proposta del Forum del Terzo Settore, la composizione verrebbe modificata, riconoscendo un’ampia rappresentanza di quest’ultimo a discapito del medio piccolo associazionismo.
Qual è la risposta dell’Osservatorio Regionale del Volontariato?
Per l’Orv è essenziale salvaguardare la voce e la presenza delle medie e piccole organizzazioni di volontariato. La nostra proposta prevede la presenza di 13 membri così individuati: 3 in rappresentanza dell’Osservatorio, 3 dell’Oraps Regionale, 3 della Commissione Cooperazione Regionale, 3 rappresentativi delle tre anime del Forum Regionale del Terzo Settore (volontariato, promozione sociale e cooperazione), più l’assessore regionale. Fondamentale poi evitare che vengano indicati soggetti proveniente dalla medesima associazione o appartenenti alla stessa federazione di associazioni, in modo da garantire la più ampia ed eterogenea rappresentanza.
Quali sono le prossime tappe della discussione?
Tutto dipende dalle capacità del volontariato di farsi sentire e rispettare. E anche da cosa emergerà dai prossimi incontri già in agenda. A nostro avviso sarebbe importante iniziare un percorso che porti alla creazione di un unico Osservatorio Regionale del Terzo Settore (al momento non è così), con rappresentanza completa e valorizzazione del volontariato. Quest’ultimo è, infatti, motore di sviluppo sociale, capace di creare reti solidali.
Cosa chiede al mondo dell’associazionismo?
Penso che sia fondamentale che le piccole e medie associazioni prendano una posizione chiara al riguardo, a supporto dell’azione intrapresa dall’Osservatorio Regionale del Volontariato. Lo possono fare mettendosi in contatto con il proprio Comitato Paritetico Territoriale o con Volontarimini, nel territorio riminese.
In allegato la lettera e la proposta che l’Osservatorio Regionale del Volontariato, in data 21 giugno, ha inviato al governatore Stefano Bonaccini e all’assessore Elisabetta Gaulmini della Regione Emilia-Romagna.
Per informazioni sul Comitato Paritetico Provinciale, tel. 0541 716354/46 – d.manfroni@provincia.rimini.it – d.magrini@provincia.rimini.it