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Wwf: occhio alle voraci tartarughe Trachemys

7 Feb 2014

Ma non dovranno neppure essere rilasciate in ambienti naturali in quanto creerebbero notevoli danni ai fragili equilibri degli ecosistemi acquatici. Purtroppo capita sempre più spesso di trovare nei laghetti dei parchi pubblici o nei corsi d’acqua naturali e nei laghi, le Trachemys, specie di origine americana importate in grandi quantità per essere vendute liberamente in molti negozi di animali.

Questi rettili al momento della vendita hanno dimensioni minime, di norma non superano i 4/5 centimetri di diametro al carapace: piacciono perché suscitano tenerezza nei bambini, i quali inducono i genitori ad acquistarle. Ma i problemi arrivano con il passare del tempo, in quanto queste tartarughe “aliene” sono molto voraci e da adulte arrivano a una dimensione non compatibile con l’ambito domestico. Nel caso si disponga di una vasca esterna di grandi dimensioni, si creano problemi nell’acqua in cui vivono per la grande quantità di escrementi che producono.

La sorte di buona parte di queste tartarughe, in genere sono le Trachemys dalle orecchie gialle, è finire in un corso d’acqua o in un laghetto dei giardini pubblici, in entrambi i casi i danni prodotti all’ambiente sono devastanti. I rettili si adattano benissimo alle latitudini italiane e con la loro voracità distruggono gli ecosistemi fluviali.

Si nutrono di tutto: pesci, anatroccoli e perfino dei piccoli di tartarughe autoctone Emis Orbicularis, specie peraltro protetta dalla convenzione di Berna, poiché a forte rischio d’estinzione. Da qui nasce la preoccupazione del Wwf che si rivolge anche ai negozianti perché evitino di commercializzare tale specie di tartaruga o, quanto meno, forniscano agli acquirenti informazioni utili sia sul mantenimento, sia sullo sviluppo in termini di crescita.

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