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Vivere, dove sembra mancare tutto

6 Ott 2023

#storiedivolontariato #unlunedidavolontari

“Mi chiamo rosa, ho iniziato ad attivarmi concretamente in associazioni di volontariato spinta dalla tragedia della guerra in Afghanistan e le attività di Emergency in aiuto alla sua
popolazione. Le mie figlie erano cresciute e quindi pur lavorando potevo dedicare un po’ del mio tempo per agire secondo i principi umanitari in cui credevo e così, in collaborazione con altre persone di Ravenna abbiamo costituito la sezione di Emergency di Ravenna”.

Inizia così il rapporto di Rosa, vicepresidente dell’associazione Amici di Rekko 7, col volontariato. Il suo desiderio di viaggiare, l’ha poi portata a conoscere diverse e spesso difficili realtà sociali in India inizialmente, con l’Associazione AIFO, e di prossimità in Africa successivamente, tramite amicizie e associazioni attive in loco.

 

Le prime esperienze di volontariato

Rosa racconta con affetto le prime esperienze di volontariato e le ragioni che l’hanno spinta a cominciare: “Desideravo avere un ruolo più operativo in prima persona, nelle comunità locali che andavo a conoscere in missione. Nel corso dei miei viaggi in Senegal, sempre spinta dalla curiosità per le culture locali, sono venuta in contatto con Lourène, piccolo villaggio di pastori all’estremo nord del Senegal a pochi chilometri dalla Mauritania ed era come trovarsi al di fuori del mondo: lontano dalla strada, in mezzo alla brousse (terreno arido sabbioso con scarsa vegetazione, privo di qualsiasi infrastruttura urbana, capanne, un pozzo ed una piccola scuola costituita da un’aula in muratura ed un’altra fatta con rami, stoffe ecc.). Con gli abitanti molto poveri ma dignitosi si è subito stabilito un rapporto di piacere nella reciproca conoscenza e fiducia”.

Aggiunge poi Rosa: “Mi ha colpito la loro intenzione di rimanere a vivere là, nonostante mancasse tutto e il loro desiderio di stabilire forme di gemellaggio con altri paesi per sopperire alle necessità principali, in primo luogo, costruire delle aule della scuola in muratura per i bambini più piccoli. E da qui è partito tutto, considerata la limitatezza del budget necessario ho iniziato a parlarne con parenti ed amici, abbiamo creato il piccolo Gruppo Amici di Lourène ed in poco tempo abbiamo finanziato la costruzione di due ulteriori aule. E’ iniziato così il nostro rapporto con il villaggio che è continuato e si è sempre più rinsaldato negli anni. Nel frattempo la nostra base a Ravenna si è allargata con il sostegno e collaborazione di Amici di Rekko7, ed AUSER la cui presidente ha partecipato a due missioni in loco, ed in seguito altre associazioni ravennati, permettendoci così di finanziare altri progetti più consistenti”.

 

Amici di Rekko 7, i progetti per la salute

Amici di Rekko7, associazione di cui Rosa è vicepresidente, a Ravenna da molti anni fa attività di cooperazione internazionale in Guatemala e America del sud ed ha allargato il suo campo di attività all’Africa, con vari progetti in Senegal. Quest’anno, l’associazione sta portando avanti un importante progetto riguardante il miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari per la popolazione locale, con la costruzione di una Casa della salute e attraverso la proposta di incontri di formazione sanitaria, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Ravenna, la regione e con Assitej Senegal, Associazione internazionale di teatro per l’infanzia e i giovani, che ha condotto attività teatrali pedagogiche con gli allievi della scuola.

Quali sono stati i migliori ricordi che il volontariato ti ha donato?

“I momenti più belli vissuti in questi anni di attività sono diversi, ed in particolare sono quelli relativi alla nostra accoglienza quando torniamo al villaggio dopo uno o più anni. La loro accoglienza, le cerimonie, i cori, la loro partecipazione con i costumi tradizionali… In quell’occasione mi rendo conto di quanto sia importante per loro contare sul nostro sostegno e mi fa anche sentire più responsabile. Fa molto piacere poi riscontrare la grande partecipazione degli abitanti alle assemblee collettive che nelle varie occasioni vengono organizzate. Tutto ciò stimola la perseveranza e l’impegno nella continuazione e miglioramento di queste relazioni di partenariato, nel riconoscimento reciproco della pari dignità, facilitando l’acquisizione di strutture e servizi primari indispensabili per lo sviluppo della comunità”, commenta orgogliosa Rosa.

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