A… come Affido
Pubblichiamo di seguito il comunicato del Coordinamento delle Associazioni di Famiglie Affidatarie della regione Emilia-Romagna
Ricordiamo la legge 184 del 4 maggio 1983 che sancisce il diritto del minore ad una famiglia e regola uno dei principali strumenti di tutela per l’infanzia: “l’affido familiare”. Come Coordinamento delle associazioni di famiglie affidatarie dell’Emilia Romagna possiamo portare numerose esperienze positive di minori accolti in questi 40 anni, ora adulti e molti diventati genitori. L’affido familiare si fonda sull’essenziale principio di tutelare e proteggere i bambini e gli adolescenti da situazioni gravemente pregiudizievoli.
Vorremmo tutti che non ci fosse bisogno di affido ma non è così, purtroppo. Il principio del “superiore interesse dei bambini e degli adolescenti a vivere e a crescere nelle loro famiglie di origine” va adeguatamente controbilanciato dal diritto degli stessi a cure adeguate o a non essere maltrattati o vivere in contesti violenti o malavitosi, a non essere abusati. I bambini che noi accogliamo arrivano dopo anni di permanenza in famiglie fortemente disturbate, minate da tossicodipendenza, disagio psichico, violenza. Occorre agire con determinazione, ponendo al centro il benessere del minore e concedendo alle famiglie affidatarie, formate e sostenute, la possibilità di favorire la loro crescita in un ambiente sano. Troppo spesso i tempi di valutazione delle famiglie di origine e gli interventi di recupero non sono sincronizzati con le tappe cruciali dello sviluppo dei minori che si ritrovano in situazioni di trascuratezza e maltrattamento per un tempo inadeguato. Ciò, perpetuato nel tempo, porta allo sviluppo di giovani adulti fragili e problematici. Aspettiamo l’irreparabile domandandoci poi perché non si è fatto nulla?
Oggi si è diffusa un’immagine distorta dell’affido familiare che non rappresenta la maggior parte delle esperienze di affido, allora ci domandiamo se sia importante per la società in cui viviamo e per chi ci governa la protezione dei bambini. Domanda che non trova risposta nel DDL 15 marzo 2024 in materia di tutela dei minori in affidamento, un testo nel quale “il diritto dei bambini e adolescenti” viene citato una sola volta, mentre il termine “istituti” ricorre” paradossalmente per 11 volte. DDL che peraltro non prevede finanziamenti.
Sarebbe stato più appropriato intervenire sulla mole di situazioni in attesa di provvedimenti dei giudici che giacciono nelle cancellerie dei tribunali per effetto della mancanza di personale e risorse di ogni tipo (il solo Tribunale per i minorenni di Bologna ha più di 10000 situazioni in attesa di giudizio). Auspicabile investire fondi per sostenere le famiglie disponibili all’accoglienza nella loro formazione, famiglie sempre meno numerose e demotivate, con situazioni sempre più complesse da affrontare. Poi finanziare percorsi di cura e di presa in carico delle famiglie d’origine, a cui i bambini vengono momentaneamente allontanati, affinché possano davvero recuperarsi. È necessario costruire relazioni basate sulla fiducia e non sulla paura, tra istituzioni, famiglie d’origine, famiglie affidatarie e associazioni familiari. L’affido familiare è una risorsa preziosa che merita di essere promosso e sostenuto anche attraverso l’istituzione della “Giornata nazionale dell’Affido Familiare” il 4 maggio di ogni anno come segno concreto di riconoscimento dello stesso da parte del mondo politico.
Le associazioni di famiglie affidatarie della regione Emilia Romagna: Amici di Rocco Odv, Amogea Aps, Dalla parte dei bambini Odv, Dammi la mano Aps, Famiglie per l’accoglienza Odv, Famiglie del gelso, Kairòs Aps, Papa Giovanni XXIII, Reti famiglie accoglienti Odv, Venite alla festa Odv”.