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Andare a scuola per… scegliere

26 Set 2019

Negli occhi di Maria Caggiano c’è l’Africa. Quando parla della sua avventura nell’associazione Amici per la Tanzania, si illumina. È qualcosa che la rende felice. L’Africa l’ha conquistata con il suo fascino misterioso, nonostante le sue tante contraddizioni. Subito ti invita ad andare con lei nel prossimo viaggio e te ne fa venire la voglia.

Tutto è iniziato nel 2012, dopo un primo incontro con la popolazione Masai. Difficile comprendere la cultura di questa popolazione, i matrimoni precoci, il ruolo della donna, i bambini… Ma l’Africa è una terra difficile, a Lekirumuni, zona della Tanzania in cui opera l’associazione, non ci sono i servizi, l’ospedale spesso non è rifornito dei medicinali necessari, il terreno è arido e difficile da coltivare, a volte sembra manchi l’alternativa.

L’istruzione! – afferma con fermezza Maria, oggi vicepresidente di Amici per la Tanzania – Abbiamo pensato che questo fosse il riscatto che potevamo offrire a questi bambini. La scuola permette di scegliere. Ecco perché abbiamo fortemente voluto aprire la Nursery School Rossana. In questa zona c’è un grosso problema di analfabetismo, soprattutto tra le donne. La scuola dell’infanzia è già funzionante, e stiamo completando quella primaria”.

Thomas e la ciclofficina

E non si può darle torto. La stessa associazione lo ha dimostrato nei fatti. Nel 2012, Maria si è recata in Tanzania per conoscere Thomas, il bambino che aveva adottato a distanza per aiutarlo ad andare a scuola. Oggi Thomas è diventato grande e dopo aver completato gli studi, è riuscito ad aprire un’officina meccanica, grazie all’aiuto dei volontari. Insieme a lui anche gli amici Liberati e Godfrey. Poi c’è Elia, una figura paterna che li ha seguiti in questa avventura, formandoli e affiancandoli con la sua esperienza. Tanto che oggi i tre ragazzi possono dirsi completamente autonomi.

Thomas l’ho adottato a 8 anni – racconta Maria – dopo averlo visto in fotografia. Nel 2012, l’ho conosciuto tramite padre Polycarp. È stata un’emozione grandissima, eravamo entrambi molto felici. La sua mamma mi ha ringraziato e si è messa addirittura in ginocchio. Da quella volta sono tornata in Tanzania ogni anno. Thomas non era un bravissimo studente, ma aveva mostrato un’attitudine con la meccanica. Ecco perché gli abbiamo proposto di andare alla scuola Boma’mgombe. L’amico Liberati ne è stato felicissimo, ci ha confessato che era un suo sogno l’officina. È una goccia, ma siamo riusciti a migliorare la vita di questi ragazzi. Da soli, a 14/15 anni, sono partiti per andare a studiare in una cittadina, per loro una sfida importante abituati alla vita nel villaggio. Ora loro stessi mostrano una grande sensibilità: se passa un bimbo lo aiutano sempre, un piatto di pasta, di riso, quello che hanno”.

L’associazione in Tanzania

I progetti dell’associazione non si fermano qui. Organizza raccolte di materiali e macchinari da portare in Tanzania. Sostiene l’ospedale con l’acquisto di farmaci in loco e ormai sono ben 54 i bambini adottati a distanza grazie alla collaborazione con padre Polycarp. I volontari poi vanno ogni anno a trovare i bambini per scoprirne i progressi e i desideri. A Lekirumuni, c’è l’asilo, la scuola primaria (che contano insieme ben 380 alunni), la mensa e il dispensario, quest’ultimo gestito dalla Congregazione Opere dello Spirito Santo. Lo Stato è pressoché assente. 

Ai bimbi piace stare a scuola, alcuni fanno chilometri a piedi per raggiungerla. Adesso stiamo seguendo anche una famiglia con 6 figli. Sono orfani di padre. Abitano in un villaggio dell’Africa. Grazie alla nostra socia Vilma Zavoli, che segue le adozioni, siamo riusciti a garantire a tutti gli studi. Le due più grandi, Teresa e Anna, vogliono fare i medici, mentre Anita l’avvocato. E noi vogliamo aiutarle a realizzare questo sogno”.

Mal d’Africa

L’Africa di Maria è fatta di donne bellissime, madri forti e coraggiose, di sentieri e camminate, di dolore e povertà ma anche di sorrisi.

I Masai – conclude – mi hanno insegnato a vivere meglio, l’importanza delle cose, come l’acqua, a non lamentarmi, ad essere felice di quello che si ha, ad ascoltare. In chiesa i bambini ascoltano e sorridono nonostante le situazioni familiari difficili. Mi ha colpito la loro semplicità, il loro accontentarsi di tutto. Quando si uccide una bestia, partecipa al pasto l’intero villaggio, c’è sempre un pezzettino per tutti”.

Per contatti: amiciperlatanzania@gmail.com

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