Si parte per la Bosnia. Ultimi preparativi. La risoluzione di alcuni imprevisti. Un paio di battute con qualche giornalista e poi la colonna da Rimini si è messa in strada intorno alle 9 di sabato 27 febbraio, per soccorrere i migranti nel campo di Lipa. Ben 13 i volontari, 1 pulmino, 1 camion con il materiale e due macchine. A Venezia si aggiungerà al gruppo un nucleo da Bologna con altri 2 volontari.
Diverse sono le associazioni del riminese coinvolte nell’operazione. Explora Campus e Istituto per la Famiglia sono i due enti capofila insieme alla Protezione Civile italiana, a loro si è aggiunta la Protezione Civile dell’Unione Valconca – Giv.
“Noi siamo quelli che partiamo – spiega Francesco Massimi, presidente di Explora Campus – ma ci tengo a precisare che anche Fpi e Unitalsi hanno partecipato alla preparazione del viaggio. Il lavoro per una missione di questo tipo è immane. Per raccogliere il materiale abbiamo attivato un passaparola, onde evitare di essere sommersi di roba, procedendo progressivamente. C’è infatti tutta la selezione da fare per portare solo cose utili. Scarpe aperte e con il tacco per esempio le abbiamo scartate e donate a Caritas e Croce Rossa. Abbiamo con noi beni di prima necessità, vestiti invernali, coperte e prodotti alimentari o per l’igiene personale. In questo senso è importante una presa di coscienza di chi si attiva e ha voglia di dare una mano: i materiali donati devono essere già selezionati, puliti e ordinati in scatole, per agevolare il lavoro di stoccaggio di noi volontari a cui arriva di tutto”.
C’è un po’ di preoccupazione nel gruppo. Il loro viaggio è infatti ricco di incognite perché non è scontato passare la frontiera e raggiungere il campo. C’è poi chi di loro è alla prima esperienza e, anche se è forte della formazione continua che durante l’anno fanno i volontari di protezione civile, tradisce la sua emozione con i compagni, che hanno già diversi anni di esperienza alle spalle. In sottofondo alla telefonata si sente qualche piccolo scherzo che nasconde un sorriso complice tra il gruppo ben affiatato, per alleviare la normale tensione.
“È circa un mese e mezzo che stiamo preparando la missione. I contatti con le organizzazioni attive là, come Ipsia, non sono stati semplici, le comunicazioni si interrompevano e poi tutte le pratiche burocratiche. Devo dire che per questo una grande mano è arrivata dalla questura di Rimini che ha velocizzato gli adempimenti per ottenere i passaporti. C’è poi una sorta di ostilità della popolazione bosniaca verso i profughi, il rischio concreto è essere rimandati indietro al confine. Noi dobbiamo consegnare il materiale. Ma con questa prima missione vogliamo soprattutto capire le esigenze per azioni più mirate successive, magari con carichi più piccoli ma più utili. Anche perché carichi ridotti comportano meno difficoltà alla dogana”.
Il gruppo si fermerà quindi pochi giorni, il rientro è già previsto tra domenica e lunedì.
“Anche dopo anni di esperienza – conclude Massimi – non si sa mai cosa succederà aldilà del confine. Incontri persone che aspettano il tuo aiuto e l’emozione ti prende, ma siamo pronti e formati per affrontarla”.
Per informazioni: exploracampus@gmail.com